I tristi giorni di Venezia: l'Italia degli irresponsabili
Editoriale Veneto

I tristi giorni di Venezia: l'Italia degli irresponsabili

giovedì 5 giugno, 2014

VENEZIA, 5 GIUGNO 2014 - “Venezia che muore, Venezia appoggiata sul mare, la dolce ossessione degli ultimi suoi giorni tristi, Venezia la vende ai turisti” cantava Francesco Guccini. Venezia, che nell’immaginario comune è un quadro ottocentesco dove i mille colori che la fanno risplendere si riflettono sulle acque della laguna, ha di certo vissuto momenti più felici. Gli ultimi giorni infatti nel capoluogo veneto le ore sono state lunghe: la laguna è stata letteralmente sopraffatta dal gigantesco scandalo del Mose. [MORE]

Cos'è il Mose? Il Mose (Modulo Sperimentale Elettromeccanico) è un sistema di barriere, nello specifico di dighe mobili, realizzato per difendere Venezia dalle acque alte. La sua importanza è evidente. La Serenissima è da sempre in balia dell’acqua alta e da tempo si pensava a come porvi rimedio.
Il progetto infatti ha radici profonde. All'indomani dell'alluvione del 1966, quanto Venezia e le altre città che si affacciano sulla Laguna furono sommerse da una marea di quasi due metri, si cominciò a ragionare sulle possibili soluzioni alla questione acqua alta. Nonostante se ne parli molto in quegli anni, nessun progetto serio viene avanzato e così nel 1984 viene emanata una legge che affida la concessione di tutti gli interventi al Consorzio Venezia Nuova che, direttamente e senza gare di appalto, gestisce la costruzione dell'opera.Per vedere iniziati i lavori in Laguna bisogna attendere fino al 2003, con una progetto che contava di concludere l’opera entro il 2016. Il costo del Mose negli anni è notevolmente aumentato, dagli 1,8 miliardi iniziali preventivati a 5,5 miliardi.

Cos’è successo in questi anni? A quanto pare in tanti avrebbero messo gli occhi su questo progetto: il capo della Gdf del Veneto Bruno Buratti mercoledì, durante la conferenza stampa convocata subito dopo l’esecuzione dei 35 arresti, ha spiegato che “il sistema Mose ha prodotto 25 milioni di euro di fondi neri” attraverso sovrafatturazioni o fatture emesse per operazioni inesistenti.

La domanda che ora sorge spontanea è: possibile che dietro grandi eventi e grandi opere debba quasi sempre nascondersi un sistema di illegalità? In Italia le occasioni non mancano, in Italia le occasioni vengono quasi sempre sprecate. Perché il progetto del Mose è un grandissimo esempio di tecnologia e ingegneria che può salvaguardare lo splendido gioiellino che è Venezia.

Lo scandalo sul Mose, che arriva a poco meno di un mese da quello sull’Expo, deve ribadire un insegnamento: è necessario cambiare la mentalità di questo Paese. L’Italia può essere una grande nazione, ma finché ognuno continuerà a pensare al proprio tornaconto, il nostro Paese resterà per sempre un grande banchetto dal quale sfamarsi a gratis e i commensali i soliti irresponsabili.

Federica Sterza


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