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MILANO, 20 APRILE 2020- Il calcio si interroga sul da farsi e prova a trovare un modo per abbozzare una ripartenza che certamente non sará semplice. Ma perché i club spingono per una ripartenza? Tutto é legato ai bilanci, che a quanto pare piangono.
Le principali big chiedono di ripartire entro fine maggio al max inizio giugno, di chiudere il campionato. Un eventuale fine anticipata provocherebbe circa 4 miliardi di perdite, in un settore in cui, oltre ai miliardari, lavorano migliaia di addetti che portano a casa uno stipendio normale. Ma é chiaro che in questo momento, in cui l'Italia piange oltre 400 morti al giorno, sembra difficile a tutti parlare di calcio. A riportare sulla terra i calciofili ci ha pensato in mattinata il Ministro Speranza.
A chi gli chiedeva se fosse possibile riprendere a giocare, il Ministro della Salute ha risposto: "Io sono un grande amante del calcio, però devo dire che in questo momento il calcio non é prioritario, specie se ogni giorno muoiono 400 persone. Si tornerà a giocare quando sará possibile. Al momento il campionato di calcio non é una priorità".