Intervista al Dott. Alberto Toma: l’eredità del Dott. Costantini e la terapia con Vitamina B1 ad alte dosi per il Parkinson
Oggi, insieme ad Antonia Caprella, “La strada della vita” ci porta in Salento, dove incontriamo il Dott. Alberto Toma, farmacista e divulgatore scientifico. Dal 2015 porta avanti il lavoro del Dott. Antonio Costantini, neurologo di fama internazionale e padre della terapia ad alte dosi di Vitamina B1 per il trattamento della Malattia di Parkinson. Con lui parleremo di scienza, esperienza clinica e delle nuove opportunità che questa terapia offre ai pazienti.
Dott. Toma, ci racconti: quando e come è iniziato il suo percorso con il Dott. Costantini?
Il mio percorso è iniziato nel 2015, anno in cui ho collaborato direttamente con il Dott. Costantini per la realizzazione della mia tesi di laurea. Ho avuto il privilegio di osservare da vicino i risultati clinici del suo approccio con Vitamina B1 ad alte dosi. È stata un’esperienza fondamentale che mi ha fatto comprendere l’impatto reale della ricerca scientifica sulla vita delle persone. Dopo la sua scomparsa, ho sentito la responsabilità di proseguire, con grande orgoglio, il lavoro fatto insieme a lui con un unico obiettivo: migliorare la qualità di vita delle persone con Parkinson.
Qual è stata la lezione più importante che ha appreso dal Dott. Costantini?
Che la ricerca scientifica non può fermarsi alla sola teoria, ma deve portare benefici concreti nella vita dei pazienti. Con lui ho avuto modo di constatare come la somministrazione di Vitamina B1 potesse migliorare la quotidianità delle persone.
Perché la Vitamina B1 ha un ruolo chiave nel Parkinson?
La Vitamina B1 supporta il metabolismo energetico delle cellule nervose. Nel Parkinson, spesso si osserva un’alterazione delle vie metaboliche tiamino-dipendenti senza che vi sia una reale carenza di tipo nutrizionale. Pertanto, l’impiego di alte dosi di vitamina b1 tende a ripristinare queste alterazioni migliorando quindi energia, lucidità e fluidità nei movimenti.
Ci può spiegare meglio il legame tra dopamina e sintomi del Parkinson?
Certo. Nel Parkinson i neuroni dopaminergici della “substantia nigra” deputati alla produzione di dopamina degenerano progressivamente determinando una riduzione della produzione di dopamina e alterazioni a livello pre e post sinaptico. Questo determina la comparsa di sintomi motori e non motori come: rigidità, tremore, lentezza nei movimenti, ma anche disturbi del sonno, ansia e difficoltà cognitive. Sostenere il metabolismo neuronale può tradursi in una riduzione sensibile dei sintomi.
Ci sono evidenze scientifiche a supporto di questa terapia?
Sì, ci sono numerose pubblicazioni, casi clinici e osservazioni dirette portate avanti dal Dott. Costantini e dal suo gruppo di lavoro. Io stesso, negli anni, ho constatato i benefici tangibili riscontrati da centinaia di pazienti. È un ambito che merita ulteriore ricerca, ma i segnali clinici sono concreti.
Il Dott. Costantini utilizzava inizialmente la via intramuscolare. Quali erano i limiti di questa modalità?
La via intramuscolare è sicuramente la via di somministrazione più efficace in assoluto in quanto il principio attivo penetra direttamente nel circolo ematico comportando un inizio d’azione più rapido e una maggiore efficacia dell’effetto farmacologico, anche a dosaggi più bassi. Tuttavia, la terapia con Vitamina B1 è un trattamento a medio e lungo termine: sottoporsi a iniezioni frequenti nel tempo è poco sostenibile per molte persone a causa della scarsa compliance.
È qui che nascono le formulazioni alternative?
Esatto. Serviva una via semplice, gestibile quotidianamente e comunque efficace. Da qui sono nati i due integratori che oggi portano il nome del Dott. Costantini: Costantini B1 HCl in polvere e Costantini B1 Oro in compresse sublinguali.
Qual è la differenza principale tra queste due formulazioni?
La formulazione in polvere permette la personalizzazione del dosaggio adattandolo alle caratteristiche del paziente, come età, peso e risposta clinica. È semplice da assumere, si solubilizza rapidamente in acqua e presenta un gusto gradevole.
La versione sublinguale, invece, nasce per garantire la massima praticità e rapidità di assorbimento: la compressa si scioglie sotto la lingua, bypassa il tratto digestivo e permette alla vitamina B1 di essere assimilata anche da chi soffre di disfagia, disbiosi o permeabilità intestinale. Raggiunge una maggiore biodisponibilità, permettendo di ottenere gli stessi benefici con dosaggi più bassi rispetto alla via gastrointestinale. È studiata anche per chi desidera un’assunzione veloce fuori casa.
In sintesi, le due formulazioni non sono in contrapposizione, ma rispondono ad esigenze diverse: la polvere offre precisione e flessibilità, mentre la sublinguale offre comodità e assorbimento immediato.
In quanto tempo si percepiscono in media i primi risultati?
Già dopo 4 settimane molti pazienti riferiscono miglioramenti significativi: più energia, maggiore fluidità dei movimenti, riduzione della rigidità. Naturalmente ogni paziente è diverso, ma ciò che abbiamo osservato in anni di esperienza è che la risposta clinica è reale e tangibile.
Come si integra la Vitamina B1 con le terapie farmacologiche prescritte dal neurologo?
La Vitamina B1 non sostituisce le terapie farmacologiche prescritte dal proprio neurologo, ma si affianca ad esse senza interferire. In questo caso si ha una maggiore sinergia ed un miglioramento della qualità di vita del paziente. È importante sottolineare che l’utilizzo della Vitamina B1 è estremamente sicuro in quanto non comporta particolari effetti collaterali e/o interazioni farmacologiche perchè, grazie alla sua natura idrosolubile, il nostro organismo ne regola i suoi livelli principalmente tramite escrezione renale.
In conclusione, qual è la sua missione oggi nel portare avanti il lavoro del Dott. Costantini?
La mia missione è duplice: da un lato, mantenere viva l’eredità scientifica del Dott. Costantini, diffondendo conoscenza e consapevolezza; dall’altro, offrire ai pazienti strumenti concreti — come Costantini B1 HCl e Costantini B1 Oro — che rendano il trattamento accessibile, efficace e sostenibile nel tempo. Il fine resta lo stesso: migliorare la qualità di vita delle persone con Parkinson.
A cura di Antonia Caprella.
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