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ROMA, 13 NOVEMBRE 2015 - Se per il futuro arrivano segnali positivi per l'Italia, la crescita attuale resta deludente, un misero +0,2% nel terzo trimestre di quest'anno, al di sotto delle attese degli analisti. La lieve frenata della crescita rilevata dall'Istat è influenzata dalla 'zavorra' dell'economia estera. Tuttavia, il rialzo annuale dello 0,9% è il più alto dal secondo trimestre del 2011, ovvero da più di quattro anni. [MORE]
A rallentare è la crescita congiunturale, cioè la sintesi di un incremento del valore aggiunto in tutti i principali comparti (agricoltura, industria e servizi): secondo le stime dell'Istat nel terzo trimestre si ferma al +0,2%, dopo il +0,3% del secondo e il +0,4% del primo. Inoltre il terzo trimestre del 2015 ha avuto quattro giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in piu' rispetto al terzo trimestre del 2014 e il dato di oggi risulta sotto le attese degli analisti e delle stesse previsioni Istat: i 'consensus' raccolti indicavano un +0,3%.
Negli ultimi tre mesi dell'anno servirà un balzo, una crescita molto più robusta di quella registrata nei trimestri precedenti, per centrare le previsioni sul Pil 2015 del Governo e dello stesso Istat (+0,9%). Basta infatti un semplice calcolo aritmetico, abitualmente fatto dagli analisti e anche dai tecnici dell'Istat per quantificare un +0,8% o +0,9% congiunturale la crescita necessaria nel quarto trimestre dell'anno per raggiungere l'obiettivo.
Insomma, nonostante gli sforzi, l'Italia non riesce ancora a stare al passo dei vicini europei. Nello stesso periodo il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,5% nel Regno Unito, mentre Francia e Germania hanno fatto registrare un +0,3%. Sempre guardando all'estero, nello stesso periodo il Pil, fa presente l'Istat, in termini tendenziali, si è registrato un aumento del 2% del Pil negli Usa e del 2,3% nel Regno Unito.
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