Lo Scandalo che rode la certezza umana
Fantasticherie del cuore Calabria

Lo Scandalo che rode la certezza umana

domenica 19 agosto, 2018

In una società dove gli scandali sono ammassati l’uno sull’altro non deve mancare la certezza che una vita salubre non può e non deve essere contaminata da uno scandalo qualsiasi. Quest’ultimo brucia in un attimo ogni opera compiuta per il bene personale e altrui. Il male usa lo scandalo per avanzare con determinazione nei campi dove sia stato seminato il rispetto e l’amore per il prossimo. Oggi si è quasi rassegnati alle oscenità individuali e sociali. Si chiudono gli occhi o si giustifica il tutto con una facilità che non è degna di un uomo sano e rispettoso di quei principi che conducono alla libertà vera e alla serenità interiore. Lo scandalo coperto dall’ignavia umana non cessa di provocare l’immoralità nel contesto in cui è avvenuto. Da meditare le parole che seguono e che sono estrapolate da appunti teologici pubblici: [MORE]

“Come un fiammifero può incendiare in pochi istanti un campo di grano pronto per la mietitura, così un solo scandalo può far incenerire anni e anni di lavoro nella vigna del Signore. In più un solo scandalo può rendere non credibile la nostra persona e allontanare molti dalla retta via. Gli operatori di scandali sono una vera peste”. Sono questi le radici infette che intossicano il terreno fertile e producono l’asfissia interiore. È necessario perciò ripararsi dagli scandali anche a costo di privarsi di cose importanti che riguardano la vita di ognuno. Bisogna essere uomini forti per riuscire a non cadere nelle tentazioni o nel menefreghismo rispetto al danno che si può fare, ad esempio, ad una intera generazione. Ad Eleazaro figlio di Aronne e grande sacerdote viene offerta la vita al posto di una morte atroce, purché avesse simulato di mangiare carni suine vietate dalla Legge.

Lui preferisce un trapasso crudele pur di non scandalizzare i giovani, conducendoli in errore. Di seguito le sue ultime parole: «Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi» (2Mac 6,18). Oggi qualcuno è pronto a sorridere dinnanzi a delle frasi del genere, proprio perché manca il senso del sacro e la fede nella Parola capaci di rimodellare qualsiasi animo arrugginito. Lo scandalo va evitato anche quando si ha la certezza di essere dalla parte del giusto. Cristo figlio di Dio non doveva certo pagare la tassa per il Tempio, ma chiese a Pietro di onorare la giustizia degli uomini. Lo fa perché nessuno si scandalizzi e intralci la missione di Colui che era venuto per salvare il mondo.

Leggo: “La credibilità della propria missione vale più che ogni altra cosa. A tutto si deve rinunciare affinché la missione sia resa sempre più credibile”. Se così ragionassero gli amministratori dei comuni, province, regioni e Stato centrale non avremmo forse un Paese migliore e più equo? Ma succede il contrario! Gli scandali sono all’ordine del giorno e persino si arriva ad usare cemento scadente nella costruzione di opere pubbliche che spesso sono oggetto di disastri senza appello. Si vedrà dalle indagini della procura della Repubblica di Genova quali motivi hanno provocato il crollo qualche giorno addietro del ponte Morandi sulla A10 che passa per il capoluogo Ligure, provocando la morte di decine di persone e mettendo in pericolo una intera zona. L’uomo è abituato a godere del risultato immediato senza mai misurare la stabilità o meno del suo futuro.

Egidio Chiarella

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