MILANO, 29 LUGLIO 2013 - Nel corso di un incontro con i primi cittadini lombardi promosso dall'Anci e svoltosi questa mattina a Palazzo Marino: «I Comuni italiani sono pronti a lanciare 'un segnale forte per dire che non ce la facciamo più», a dichiararlo il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, il quale lancia un monito: «Se ci sarà una decisione del governo che non tiene conto della situazione generale, è evidente che da parte nostra ci sarà una presa di posizione eclatante».
Pisapia prosegue puntualizzando: «Al governo chiediamo il minimo necessario per assicurare la sopravvivenza dei Comuni. Se il governo non terrà conto di queste richieste, non potremmo accettare tagli e un patto di stabilità che non tiene conto della situazione generale». Il sindaco di Milano aggiunge che si attende risposte rapide da Roma, anche perché «le nostre sono proposte ragionevoli». [MORE]
Ancora più duro Attilio Fontana, presidente di Anci Lombardia e sindaco di Varese, il quale lancia un aut aut arriva all’esecutivo Letta: «O il governo farà marcia indietro sull'Imu dei fabbricati, oppure noi non presenteremo i nostri bilanci, perché di fatto 'non saremo nelle condizioni di approvare i nostri bilanci». Fontana aggiunge: «Una proposta che ho lanciato è che nessun comune approvi i bilanci e che ci commissarino tutti. Sono scelte che competono all'Anci nel suo complesso, non solo mie, ma io sono di questo avviso. E il presidente Fassino mi sembra determinato tanto quanto me».
Il presidente dell'Anci Lombardia continua, sottolineando: «Il dato di fatto è che siamo arrivati a un punto di non ritorno. Perciò se non cambia qualcosa, i comuni l'anno venturo non potranno svolgere il loro compito, a parte che già da quest'anno non potranno neanche chiudere i bilanci. Noi abbiamo chiuso un bilancio ma rischia di dover essere stravolto completamente. È una cosa insostenibile soprattutto dopo tutto quello che i comuni in questi anni hanno fatto».
Infine, Fontana conclude con un mea culpa: «Probabilmente siamo stati troppo disponibili. L'errore dei comuni è di aver lasciato la presa negli ultimi 6 o 7 mesi per via delle elezioni e della speranza che ci potessero essere risposte diverse. Se si uccidono i comuni muore il Paese e questa e' una scelta di cui deve essere cosciente anche chi ci governa».
(fonte: Asca)
Rosy Merola
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