Mafia: confiscata catena negozi a imprenditore Palermo e prestanome
Cronaca Sicilia Palermo

Mafia: confiscata catena negozi a imprenditore Palermo e prestanome

venerdì 15 febbraio, 2019

PALERMO, 15 FEBBRAIO - Beni per 8 milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Palermo ai 66enni Salvatore Milano e Filippo Giardina, entrambi 66enni. Il provvedimento scaturisce da due distinte proposte del procuratore di Palermo che avevano gia' portato al sequestro dei loro beni, costituiti da partecipazioni sociali, compendi aziendali, beni immobili e mobili registrati, rapporti bancari. Le indagini della Dia (coordinate dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi e dal sostituto Dario Scaletta) hanno preso l'avvio, nel 2007, a fronte di un appunto, trovato nel covo dove furono catturati i latitanti Salvatore e Sandro Lo Piccolo, in cui si faceva riferimento alla catena di negozi "Bagagli". Lo stesso riscontro e' emerso in un altro contesto investigativo, nel corso di un'intercettazione, in cui gli interlocutori discutevano di interessi di Milano nella stessa catena di negozi.

Gli accertamenti eseguiti, rafforzati dalle convergenti dichiarazioni rese, tra gli altri, da collaboratori di giustizia (Manuel Pasta, Marcello Trapani, Andrea Bonaccorso, Antonino Nuccio, Fabio Manno), hanno consentito di ricostruire la biografia criminale e la parabola economica sia di Milano sia di Giardina, facendo emergere una rilevante sperequazione fra i redditi dichiarati da loro e dai rispettivi familiari, in relazione agli acquisti ed agli investimenti effettuati, peraltro ritenuti viziati dall'impiego di capitali di provenienza illecita. Infatti, le indagini economico-patrimoniali e l'analisi dei flussi finanziari esaminati dalla Dia hanno evidenziato passaggi di denaro di provenienza sospetta, ingenti entita' di versamenti in contanti, dubbie vincite al lotto, ritenute dal Tribunale simulate attraverso un collaudato sistema di cessione di titoli vincenti.

I giudici hanno inoltre rilevato non solo una sostanziale coincidenza temporale tra l'epoca dell'intestazione fittizia di quote delle societa' ad esponenti familiari di Filippo Giardina e l'espansione delle attivita' compiute sotto l'insegna "Bagagli", ma anche l'insufficienza di risorse lecite necessarie a fare fronte agli ingenti investimenti.


Tra i beni confiscati l'intero capitale sociale e relativo compendio aziendale di 3 societa' di capitali (attive nel commercio di pelletterie), i beni aziendali di un'impresa individuale, 7 appartamenti, un'autorimessa, 14 terreni, quote di immobili, 4 automobili, 2 moto ed uno yacht, conti correnti, titoli, depositi bancari e varie disponibilita' finanziarie. In particolare, sono stati confiscati a Palermo i punti vendita della catena dei negozi di moda "Bagagli" di via Liberta' (Bagagli srl), di via Messina (Bagagli 1987 srl) e di via XX settembre (Bagagli sas), nonche' una tabaccheria di via Messina Marine.

Con lo stesso provvedimento, la Prima Sezione penale e Misure di prevenzione del tribunale ha disposto il dissequestro di altri beni (appartamenti, magazzini, terreni e disponibilita' finanziarie) in favore di prossimi congiunti e parenti di Giardina e Milano. Con il decreto di confisca e' stata anche disposta la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno in citta', per quattro anni, a Salvatore Milano e, per tre anni a Filippo Giardina.

Nei confronti di Milano emergono le accuse rese nel corso del Maxiprocesso (nell'ambito del quale e' stato condannato) da Tommaso Buscetta e da Salvatore Contorno, che lo indicano quale socio occulto delle societa' del marchio "Bagagli". Inoltre, risulta essere stato arrestato nel 2008 e condannato in via definitiva dalla Corte d'Appello di Palermo per associazione mafiosa nell'ambito dell'operazione "Perseo", che aveva portato alla luce il primo tentativo di ricostituire la Commissione provinciale di Palermo di cosa nostra. Inoltre, Salvatore Milano e' ritenuto legato alla famiglia mafiosa di Palermo Centro e gestore della cassa delle famiglie del mandamento di Porta Nuova, per conto di cui provvedeva, con fondi illeciti, al sostentamento degli esponenti mafiosi detenuti o da poco scarcerati. La sorella Angela, 63enne, era coniugata con Giuseppe Greco, deceduto, figlio di Michele il papa, nonche' e' madre di Leandro Greco, 29enne, detto Michele, sottoposto a fermo, nel gennaio di quest'anno, nel seguito dell'operazione "Cupola 2.0". Salvatore Milano risulta, altresi', aver intrattenuto rapporti con dirigenti, allenatore e giocatori del "Palermo calcio" i quali, in particolare, avrebbero offerto gratuitamente la loro immagine a Bagagli per fini pubblicitari. Filippo Giardina e' ritenuto, invece, vicino ad alcuni affiliati, particolarmente a Milano di cui e' cugino acquisito. Formale intestatario delle attivita' economiche svolte sotto l'insegna Bagagli, e' ritenuto legato a Giovanni Nicchi (detenuto), elemento di spicco della famiglia di Pagliarelli, la cui sorella lavorava presso uno dei suoi negozi. Insieme alla compagna e a due persone responsabili del personale delle societa' Bagagli, nel 2015, sono stati indagati per estorsione continuata in concorso ai danni di 26 dipendenti costretti ad accettare emolumenti inferiori rispetto a quanto indicato in busta paga e condizioni lavorative capestro. Notizia segnalata da (Agi)



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