Maroni "a5 Stelle" propone reddito di cittadinanza, gelo da Lega e Forza Italia
MILANO, 12 MAGGIO 2015 - Questa mattina, il governatore lombardo, Roberto Maroni ha annunciato la proposta di istituire il reddito di cittadinanza. Matteo Salvini, leader della lega, dissenziente, ha etichettato l'iniziativa come "elemosina di stato".[MORE]
LA PROPOSTA
Il governatore Maroni, presente all'Auditorium Testori di Milano per la presentazione dei POR FES e Fesr 2014/2020 (ossia Fondo sociale europeo e Fondo europeo di sviluppo regionale per il settennato 2014/2020), ha comunicato di voler procedere all'istituzione, in Lombardia, di un reddito di cittadinanza mediante l'ausilio del Fondo sociale europeo, ossia oltre 220 milioni di euro "destinati alla lotta alla povertà, insieme a parte del bilancio". "Voglio introdurre, in Lombardia - ha annunciato Maroni -prima regione in Italia, la sperimentazione del reddito di cittadinanza, che si articolerà in una serie di misure, coerenti con le finalità del Fondo sociale europeo, perché i cittadini lombardi in difficoltà" evidenziando "noi utilizzeremo queste risorse del Fondo sociale, per dare a loro il sostegno che un cittadino merita", in quanto "(un cittadino) non può vivere in condizioni di povertà in Lombardia".
I REQUISITI
Ad individuare gli estremi della proposta saranno Massimo Garavaglia, assessore all'Economia, e Cristina Cantù assessore alla Famiglia, i quali, afferma il governatore si occuperanno "di definire un progetto tenendo conto delle specificità territoriali. Voglio fare misure che tengano conto dei territori, non una misura unica che vale per tutti" assicura Maroni che ribadisce di voler concludere il procedimento entro l'anno corrente. In tutto i fondi ammonteranno a 1 miliardo e 940 milioni di euro, fondi che, assicura Maroni, verranno adoperati anche per "il sostegno alle attività economiche, produttive, al lavoro".
IL "NO" OPINIONISTA DI SALVINI
Matteo Salvini, leader della Lega Nord, pur non volendo opporsi alle deliberazioni della Regione Lombardia, mostra un aperto dissenso dichiarando "un’elemosina di Stato, in linea di principio sono contrario a questo tipo di provvedimenti. Allo Stato elemosiniere, io preferisco lo Stato che abbassa le tasse e offre lavoro. Secondo me è un messaggio culturalmente sbagliato". Alle frasi di Salvini ha immediatamente ribattuto Maroni "se fosse elemosina di Stato avrebbe ragione ma non è così perché il fondo sociale europeo è un’altra cosa" che ha continuato "sarà il modello lombardo di reddito di cittadinanza che lotta contro la povertà e l’esclusione sociale, fenomeni che purtroppo sono presenti in Lombardia tra i giovani, gli anziani e i disoccupati, e si realizza non attraverso l’elemosina di Stato ma con misure concrete di avviamento al lavoro".
IL PLAUSO DEI 5 STELLE E LA CAUTELA DEL PD
I rappresentanti del Movimento 5 Stelle hanno favorevolmente accolto la proposta lanciata da Roberto Maroni, proposta derivata dall'originale presentata dagli stessi pentastellati. A rispondere agli attacchi di Salvini, il senatore Bruno Marton che afferma "Salvini non vuole risolvere i problemi di 10 milioni di cittadini che vivono sotto la soglia di povertà, né aiutare le piccole imprese, è questo che emerge dalla presa di distanze del leader della Lega da Maroni". Dal Pd, apertura al dialogo e notevoli cautele, esplicitate dalle parole del segretario regionale Alessandro Alfieri "le dichiarazioni tranchant di Salvini e le reazioni contrarie di Lega e Forza Italia, ci confermano che siamo di fronte all’ennesima boutade di Maroni. Ed è un peccato perché per noi ragionare di uno strumento di sostegno al reddito per le fasce svantaggiate è un tema molto serio".
PERPLESSITA' DA SINDACATI E FORZA ITALIA
I sindacati, Cgil e Cisl, nel loro volto regionale, hanno espresso perplessità in merito alla proposta del governatore "combattere la povertà è un’emergenza, ma a nostro giudizio le risorse europee debbono essere destinate alla creazione di lavoro, come cardine per sconfiggere l’esclusione e l’emarginazione sociale di chi oggi è povero", dicono dalla Cgil, mentre la Cisl specifica che in questo mese "circa 5mila lavoratori lombardi resteranno senza cassa in deroga e altri 30mila la termineranno". L'ex ministro Gelmini, coordinatrice lombarda di Fi, sostiene la capacità, della Lombardia, di fare a meno di forme "d'assistenzialismo" e specifica "bisogna creare nuove opportunità di lavoro, anche coi fondi europei, come ha già fatto in più di una occasione la Lombardia. La crisi si batte abbassando le tasse su imprese e lavoro e realizzando le condizioni perché lavorare in Lombardia sia più competitivo e profittevole. Ripeto, il reddito di cittadinanza, non a caso applaudito dai 5 Stelle, è una forma assistenziale che non ci aiuta ad uscire dall’impasse. Per noi le parole chiave restano: lavoro e impresa. E la Lombardia può proseguire sulla strada che ha già imboccato e che noi tutti consideriamo quella giusta".
Fonte foto: lintraprendente.it
Ilary Tiralongo
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