Nato, vertice per la crisi in Ucraina a Newport
Estero Abruzzo

Nato, vertice per la crisi in Ucraina a Newport

giovedì 4 settembre, 2014

NEWPORT (GALLES), 4 SETTEMBRE 2014 – È partito il vertice Nato che vedrà, per due giorni, 67 capi di Stato e di Governo impegnati nella risoluzione di due discussioni bollenti: la crisi in Ucraina e la minaccia islamica in Siria e Iraq. L’incontrò si terrà a Newport, in Galles, dove il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, è già giunto già mercoledì scorso.

Crisi in Ucraina: Obama e Cameron, linea dura contro la Russia. Telefonata tra Poroshenko e Putin

Il primo argomento affrontato è al crisi in Ucraina, che ha trovato immediatamente d’accordo il leader statunitense con il primo ministro britannico, David Cameron: entrambi, infatti, hanno optato per una linea dura con la Russia, convenendo che non è più possibile considerarla una partner e, quindi, potrebbe essere soggetta a numerose sanzioni. Intanto, si apre uno spiraglio di pace dal fronte ucraino con una telefonata tra Vladimir Putin e Petro Poroshenko nella quale, il presidente russo, ha posto sette condizioni per la fine della crisi tra cui il ritiro delle truppe, il controllo sul cessate il fuoco, la cessazione delle azioni dei ribelli, l’esclusione dell’aviazione sui civili, la creazione di un controllo umanitario e la creazione di un corridoio umanitario. Secondo Putin, infine, la soluzione pacifica potrebbe essere raggiunta durante l’incontro Ocse, previsto per il prossimo 5 settembre.

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Obama e Cameron: “dobbiamo sostenere il diritto dell’Ucraina alla democrazia”. Richiesto agli stati membri il 2% del Pil per le spese militari

‹‹Dovremo sostenere il diritto dell’Ucraina a decidere del proprio avvenire democratico e proseguire nei nostri sforzi nel rafforzare i mezzi dell’Ucraina›› affermano al New York Times Obama e Cameron, proponendo come linea risolutiva l’intervento permanente delle forze Nato nell’Europa dell’Est. Un intervento, quello previsto, che interesserà un dispiegamento di forze non indifferenti e, per questo, è stato chiesto agli stati membri di destinare il 2% del Pil annuale alle spese militari. La Nato spende circa 870 milioni di dollari per la difesa, ma la l’impegno militare dei Paesi coinvolti varia dal 4% degli Stati Uniti all’1% dell’Italia: con questo nuovo impegno al 2% fisso si vuole dimostrare che ‹‹la risolutezza collettiva è più forte che mai››.

Erica Benedettelli

[immagine da airpressonline.com]
 


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