Ndrangheta: Gratteri, la mafia calabrese al Nord, controlla anche i voti
Catanzaro, 29 mag. "Oggi le mafie al Settentrione sono piu' forti perche' piu' ricche e chi ha soldi comanda, mentre noi al massimo stiamo pareggiando, non stiamo vincendo nessuna guerra". Lo dice il procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, in un'intervista al settimanale "ASud'Europa". Secondo il magistrato, "c'e' un inspiegabile black out che sembra aver colpito tutti su quanto avvenuto negli ultimi decenni al Nord. Chi dice che la 'Ndrangheta e' arrivata in Lombardia o in Piemonte da un paio d'anni e', nella migliore delle ipotesi, in malafede oppure ignorante". [MORE]La mafia calabrese al Nord, secondo Gratteri, controlla anche i voti. Gratteri ricorda che "l'omicidio del magistrato Bruno Caccia in Piemonte e' del 1983" e che "ci sono stati magistrati fuoriclasse come Alberto Nobili che gia' 25 anni fa hanno dimostrato l'esistenza di decine di 'locali' di 'ndrangheta e hanno indagato sul loro governo dell'edilizia nel Milanese". Il magistrato, nell'intervista al settimanale edito dal Centro Pio La Torre di Palermo, sottolinea che "quella delle cosche calabresi e' una minoranza si', ma ben organizzata, capace di una forza intimidatoria che, spostando di qua o di la' il 10% dei voti, puo' essere determinante per assicurare l'elezione di un sindaco. La cura sulla politica e' uguale a quella utilizzata per il sistema delle estorsioni".
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