Ocse e Confindustria: In bilico la crescita economica a causa della crisi politica
Economia Lombardia

Ocse e Confindustria: In bilico la crescita economica a causa della crisi politica

martedì 1 ottobre, 2013

MILANO, 01 OTTOBRE 2013 - Continua il monito da parte dei principali osservatori economici che avvertono delle possibili conseguenze che si potrebbero scatenare per via della crisi politica contingente. Così, in un’intervista rilasciata all’ANSA, il segretario generale dell'Ocse, Angel Gurria – prima di un suo intervento atteso alla sessione plenaria dell'assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa a Strasburgo - ha dichiarato: «L'Ocse ritiene che l'Italia stia recuperando e che la crescita possa riprendere a fine anno, ma l'attuale instabilità politica non aiuta questo cammino».

Gurria ha precisato: «Noi speriamo che la situazione in Italia si risolva il prima possibile, che vi sia una normalizzazione. Anche se comprendiamo che la questione è complessa e che la decisione sul da farsi spetta solo agli italiani. Credo che se la questione politica sarà risolta si vedranno i risultati dei sacrifici che gli italiani hanno fatto in tutti questi anni», concludendo: «Abbiamo lavorato molto con questo governo e quello precedente e riteniamo incoraggianti le iniziative che sono state prese»

CONFINDUSTRA – Sulla stessa lunghezza d’onda, gli esperti di Viale Dell’Astronomia che in un report sottolineano: «Oggi gli interessi della politica rischiano di gelare sul nascere il lento recupero dell'economia. Mentre bisognerebbe fare di tutto per consolidarlo e accelerarlo», proseguendo: «L'incertezza sulle sorti del Governo colpisce l'economia italiana in una fase molto delicata: quando si registrano le prime deboli conferme della fine della lunga e profonda recessione».

Per il Centro studi di Confindustria: «La società e il sistema produttivo, le famiglie e le imprese italiane stanno ancora pagando il conto salatissimo della più grave crisi dall'Unità del Paese: -8,9% il PIL, -1,7 milioni le unità di lavoro, -7,6% i consumi, -27,1% gli investimenti. Ora, stiamo uscendo dalla recessione, ma rimaniamo dentro le conseguenze della crisi globale. Una crisi che "è stata resa più pesante per l'Italia proprio dall'inconcludenza della politica nel realizzare rapidamente le riforme necessarie. Inconcludenza prima della crisi e durante la crisi stessa».

In particolare, come si evince dalla stima fatta: «Una nuova ondata di instabilità parlamentare peggiorerebbe nettamente lo scenario economico dell'Italia: -1,8% il PIL nel 2013 e -0,3% nel 2014, contro il -1,6% e il +0,7% previsti meno di un mese fa. Anche nel 2015 si avrebbe un effetto negativo sul pil pari a -0,9%. Queste simulazioni si basano sulla riproduzione delle condizioni già osservate tra la fine del 2012 e la prima metà del 2013 a causa della maggiore incertezza politica: allargamento dello spread per 100 punti base (gennaio-maggio 2013), calo della propensione al consumo (dal terzo trimestre 2012 al secondo 2013) e minore propensione a investire (congelamento del rapporto investimenti/PIL ai bassi livelli attuali). L'aumento dei tassi sui titoli pubblici produrrebbe un aggravamento delle condizioni del credito bancario. Inoltre, si ipotizza che una nuova contesa elettorale sarebbe sterile, non portando al formarsi di una maggioranza parlamentare più solida e coesa (data l'attuale legge elettorale o quella che si avrebbe se questa fosse dichiarata incostituzionale)».

Infine, conclude Confindustria: «Sicché l'incertezza politica permarrebbe anche dopo l'eventuale ricorso alle urne e i suoi impatti economici non sarebbero recuperati attraverso il ritorno della fiducia. Ora i conti pubblici sono in ordine. Il deficit/PIL rispetta i limiti europei e l'Italia è uscita dalla procedura di infrazione. L'avanzo primario è del 2,4% del Pil (4,9% in termini strutturali). Sono conti pubblici, tra i migliori all'interno dell'Eurozona. Conti conquistati dagli italiani con grandi sacrifici e grazie agli obiettivi fissati e alle misure adottate dagli ultimi tre Esecutivi. Il prolungamento della recessione metterebbe in forse queste conquiste, pur non compromettendole».

(Fonte: Ansa, Adnkronos)

Rosy Merola [MORE]


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