Palio di Ribusa 2010
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Palio di Ribusa 2010

domenica 25 luglio, 2010

STILO (RC) - I prossimi 30 e 31 luglio, e 1 agosto 2010 torna il Palio di Ribusa di Stilo, una delle manifestazioni più belle e suggestive della tradizione popolare calabrese, un viaggio inusuale in una atmosfera rinascimentale e in quel periodo critico e pur interessante e magico, che caratterizzò la società e le istituzioni del Regno di Napoli. Un evento storico unico, che richiama la fiera signorilità della Città di Stilo, che Re Roberto nel 1339 chiamò “sua terra” e Giovanni d’Austria identificò come “fedelissima”. Il Palio di Ribusa (ripreso dall’amministrazione comunale di Stilo nel 1997, dopo una parentesi di 280 anni) può essere definito il simbolo dell’orgoglio della stessa città, che già nel 1600 era annoverata “fra il numero di cento e dieci Città d’Italia più famose”. La rievocazione storica del Palio di Ribusa si sviluppa in tre giornate di spettacolo, di intrattenimento e di approfondimento (cortei storici, musiche di corte, giullarate, contastorie, sbandieratori, archibugieri, mercato e banchetti storici, cavalieri e dame), per poi concludersi con la competizione cavalleresca. Quest’anno il Palio di Ribusa di Stilo prende di più l’aspetto di una “living history”, cogliendo spunto negli aspetti di vita legati particolarmente al periodo e alle vicende del filosofo Tommaso Campanella.[MORE] A Stilo tutto si trasforma in occasione del Palio di Ribusa, che costituisce una manifestazione culturale di sempre maggiore richiamo. Un fine settimana dedicato all’immaginario dei sensi. Un’esperienza unica per tutti: la possibilità di entrare nel cuore della storia della “Città del sole”, di cogliere il segreto della sua libertà lunga parecchi secoli, che il grande filosofo, figlio della stessa terra di Stilo, così segnò. Il Palio di Ribusa è la rappresentazione, fedele di un passato che ha il potere di sedurre ancora, dentro notti di magie e visioni. Si riaccendere il desiderio dei secoli, i vecchi sussurri, il mormorio degli astri, l’ansia di profezie e gli umori mistici degli incensi. Le profezie campanelliane. A questo suggestivo scenario, una realtà fa da struttura portante: il piacere di lasciarsi investire dallo stupore, in forza di una saggezza che canta, nei silenzi della mente come nel furore dei sensi, la sfida, la folla, la virtù, la vittoria, l’ispirazione, l’incredibile. Tutto questo è libertà possibile capace di creare una cultura ricca e incomparabile, nella quale affascinati e attratti, curiosi e bramosi sono i veri protagonisti di questa storia straordinaria. Una festa vera, che sa “d’incanto e spanto”. Incanto: la voce ammaliatrice delle sirene, le argomentazioni effimere dei sofisti, i sottili e piacevoli inganni del vivere. Spanto: il memorabile, la cosa meravigliosa, stupefacente, ma che sa anche diventare terribile, con la forza del suo inganno. Tommaso Campanella. Il tema della XIV edizione del Palio di Ribusa di Stilo è:“Da le arme ai corpi e dagli corpi alle alme”. In questo verso, tratto dal sonetto 97 della raccolta di Poesie filosofiche, dedicato alla città suprema, alla sua potenza altera, Campanella sopprime una distanza: quella tra armi e colpi, tra corpi e anime. Due immagini totalmente diverse, ciò nonostante conviventi, che creano un alternarsi tardivo di curvature culturali.
L’arma, prolungamento dell’essere umano ed emblema di difesa della propria città. Ancora una volta l’uomo (il corpo) e l’arma fusi in un simposio di guerra e vittorie. La quiete dopo la battaglia, il corpo diviene anima e finalmente colui che avrebbe dovuto morire diviene immortale per l’eternità.
Il motivo dominante della manifestazione è il desiderio e lo sforzo dell’Uomo a comprendere e manipolare le forze e i significati della Natura. Questo Fuoco che si estrinseca fuori e dentro di sé, sfociando nelle sue espressioni più forti e violente, le armi e l’amore, crea questa lotta continua, che sarà manifestata dalle varie esibizioni: la ricerca dell’equilibrio dei trampolisti, il dominio delle leggi gravitazionali dei giocolieri, la gestione del fuoco degli artisti di strada, le battaglie dei cavalieri, gli spari degli archibugieri, la cooperazione solidale e coordinata delle piramidi umane degli sbandieratori, e via dicendo… Il tutto porta al tentativo utopico ma imperituro del filosofo Tommaso Campanella e alla sua Città del Sole, tentativo di organizzare le forze oscure del caos in un organicità Luminosa… I fuochi finali rappresentano l’addomesticamento della forza trasformatrice e terribile del Fuoco, che ora può esprimersi in tutta la sua forza e magnificenza puntando verso il cielo e il Divino.


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