Perchè "Papa sì e Tedesco no"
Editoriale Puglia

Perchè "Papa sì e Tedesco no"

venerdì 22 luglio, 2011

Roma, 22 luglio - È tutta una questione di moralità politica. Ma ad oggi ci si chiede perché per Alfonso Papa, nonostante il voto fosse segreto, si parla di tradimento e d’ingiusta ossessione agguerrita contro la sua persona e perché si parla di salvagente per Tedesco, (ex Assessore Sanità Regione  Puglia, ndr)[MORE]che sembrerebbe essersi salvato dalla forca giustizialista sul voto necessario per la Giunta per le autorizzazioni a procedere. Tanto per cominciare si fa fatica a capire perché un voto segreto oggi viene discusso dando per certo fosse di un’ala politica (la Lega) anziché dell’esatto contrario (la Sinistra). Potremmo però dedurne le intenzioni dal fatto che Bossi ha rinunciato ad esserci a Montecitorio, e poi perché, diffusamente, Berlusconi continua ad urlare del tradimento di Maroni, lasciando intendere quanto non sia più coesa la maggioranza, essendo venuto meno il vincolo di solidarietà perlomeno negli atti politici.

Alfonso Papa era già sotto i riflettori dei giudici che hanno alla fine ricevuto l’Ok da parte della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera. Ora lo è anche per noi cittadini. Tedesco invece, nonostante la pièce teatrale (o meno) in cui dichiarava di voler essere condotto all’arresto per poi difendersi in corso di udienza processuale, non è stato ascoltato. Ma come mai? E perché, se il voto è stato segreto, tutti dicono che a salvarlo sia stata la Lega e non, magari, i parlamentari di sinistra, magari proprio del PD di cui lui stesso ne portava la sigla? Evidentemente il “doppio gioco” della Lega è stato svelato senza troppa astuzia. Casomai fosse stata questa la verità,  il comportamento di Berlusconi, insieme con le dichiarazioni pubbliche da parte del PDL, sarebbe stato duro come una clava sul capo, mentre si è rivelato nullo, neppure asfittico, nei confronti della minoranza parlamentare.

 Quindi il diavolo sta seduto sui suoi stessi banchi.

Berlusconi infatti non li cita neanche i garibaldini dalla camicia rossa. Semmai, giorni fa,  ha provato  a telefonare ai suoi compagni di squadra (per tranquillizzarsi sul fato che avrebbe coinvolto Papa), ma sia Bossi che Maroni non avevano risposto al cellulare.  molto strano. Un presagio. Poi, al momento della votazione, eccone il responso e si capisce tutto. La Lega vuole ribaltare il governo, Maroni punta a distruggere il Premier con una sincerità di voto che lo spiazza. Nel frattempo, Tedesco la passa liscia (grazie alla Lega) ma non passa attimo di tregua che Monti (sempre della Lega) gli grida contro di dimettersi.

Dunque alla fine, La Lega ha votato "sì" alla Camera per l’arresto di Papa e "no" al Senato però per Tedesco continuano a non nutrìre solidarietà alcuna , indi,  l'obiettivo era solo quello di calcificare le fratture del premier e basta così. La differenza di accuse però mosse a Papa e a Tedesco sono sostanzialmente diverse, non tanto nella modalità quanto nell’incisività che entrambi hanno avuto nella società civile. Tedesco lo avevamo visto coinvolto nello Scandalo Sanità pugliese, ma già nel 2008, del resto per fatti che riguardano una condotta antecedente al suo mandato di parlamentare. Non si può dire lo stesso di Papa, che, contrariamente, proprio della sua posizione ha cercato di fare di ruolo, opportunità. Se dovessimo ragionarci con saggezza però, nessuno dei due ha sicuramente fatto il buono.

 

Fatto sta che, ad apertura indagini, Tedesco si dimise dalla giunta Vendola ma ora non se lo sogna di lasciare la poltrona di Senatore (una volta ci si dimette, mica sempre). Ma da cittadini, che in tutto questo sappiamo solo enumerare i reati che li hanno resi imputabili, non riusciamo a capire perché, quando si passa ai fatti, La Legge sembra non essere uguale per tutti. Allora, o vale il principio di uguaglianza sostanziale per il quale “situazioni diverse vengano trattate in modo diverso" (questa, pure, è l’ uguaglianza costituzionale) oppure, semplicemente, la fortuna tocca sempre i soliti pochi. Papa ha gridato a tutti che “tiene una famiglia” e per questo prega che non venga portato in catene nella sua cella. Ma l’Italia è fatta di tante famiglie, legate e a testa in giù, ma non ha mai avuto modo neanche di urlarlo in maniera disperante a qualcuno che conti davvero.

Anna Ingravallo


Autore
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