Puglia: acqua pubblica. Entro fine anno
Politica Puglia

Puglia: acqua pubblica. Entro fine anno

lunedì 26 luglio, 2010

BARI - La forma dell’acqua. Il titolo del romanzo di Andrea Camilleri che ha come protagonista il commissario Montalbano per spiegare cosa sta accadendo in Puglia in questi ultimi giorni.
Da un lato del fiume, l’assessore regionale alle Opere Pubbliche Fabiano Amati e dall’ altro i ministri Raffaele Fitto e Giulio Tremonti. Al centro, l’acqua. E la sua forma: pubblica o privata?[MORE]
Raccontiamone in breve la storia. Vera.
Il Governo centrale ha varato il regolamento attuativo della riforma dei servizi pubblici locali che, all’ art.1, recita a chiare lettere “ […] è fatta salva la piena ed esclusiva proprietà pubblica delle risorse idriche” lasciando però ai privati la gestione della medesima risorsa nonché la possibilità, tramite gara, di aggiudicarsi l’erogazione del servizio.
Il ministro Fitto annuncia la creazione di una authority sull’acqua.
La Regione Puglia, quindi, prova con un ddl (da approvare entro fine anno) a trasformare l’ Acquedotto Pugliese in un soggetto di diritto pubblico senza scopo di lucro cui attribuire, senza gara di appalto, il controllo del servizio idrico integrato. “Perché – ragiona Amati – il gestore privato modifica la natura pubblica della risorsa ed è quindi in grado di scegliere chi e come può ottenere tale risorsa”.
Sostanzialmente si vuole “evitare” che l’ Acquedotto subisca l’assalto del libero mercato con relativa possibilità di veder venduta al miglior acquirente una risorsa primaria, con ricadute su tutta la popolazione pugliese.
A chi gli obietta che questo artificio giuridico si infrange contro il regolamento governativo attuativo, perché la Regione non ha titolo in materia, l’ assessore ribatte che “indichiamo un percorso obbligatorio attraverso la legge: affidare il servizio all’ Acquedotto Pugliese, soggetto giuridico di diritto pubblico, che svolge adduzione e captazione della risorsa idrica in favore di tutti i pugliesi”.
E se sussistono particolari condizioni geo-morfologiche, la legge dello Stato sancisce la possibilità di andare “in-house” cioè non fare la gara di appalto.
Incurante quindi di una pressoché sicura impugnazione della legge regionale, una volta approvata, da parte del Governo centrale, Amati si affida alla forza dei numeri della raccolta firme per il referendum contro il piano di privatizzazione dell’acqua: 1.400.000 cittadini chiedono la gestione pubblica del servizio idrico integrato.
Mentre il ministro Raffaele Fitto parla, in merito, di “una campagna truffaldina”...

[Foto dalla rete]


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