Referendum: guida al voto
Editoriale Lazio

Referendum: guida al voto

giovedì 9 giugno, 2011

Domenica 12 e lunedì 13 giugno gli italiani saranno chiamati ad esprimere la propria opinione in merito a quattro quesiti referendari che riguardano tre materie: acqua, nucleare e legittimo impedimento. Si potrà votare dalle 8.00 alle 22.00 di domenica e dalle 07.00 alle 15.00 di lunedì. Per capire quale sia il contenuto dei singoli articoli, è bene partire da una notazione tecnica: si tratta, come per la maggior parte delle consultazioni referendarie italiane, di referendum abrogativi.[MORE]

Ciò significa che la domanda a cui si deve rispondere è, in sostanza, la seguente: “Vuoi che questa determinata legge sia cancellata?”. Chi vuole abrogare quella legge, perché contrario a quanto promulga, voterà Sì. Chi è favorevole al contenuto di quella stessa legge, voterà No oppure si asterrà.

L'elettore si troverà davanti quattro schede, ciascuna delle quali contiene un quesito a cui si chiede di rispondere. I primi due quesiti (scheda rossa e scheda gialla) riguardano l'acqua, il terzo quesito (scheda grigia) riguarda il nucleare, l'ultimo (scheda verde) riguarda il legittimo impedimento. Osserviamoli nel dettaglio.

Il primo quesito si riferisce alla legge 112 del 2008 e alle sue successive modifiche. La legge stabilisce che la gestione dei servizi pubblici locali, tra cui quello idrico (il cosiddetto servizio idrico integrato), possa essere affidata a società miste pubblico-private, nelle quali il privato possieda almeno il 40% del capitale. I comitati promotori del referendum, i quali si oppongono alla gestione privata di un bene primario come l'acqua, sostengono l'abrogazione di questa legge basandosi su quanto avvenuto in quei territori dove già da alcuni anni si è sperimentato l'ingresso dei privati nella gestione del servizio idrico. La conseguenza di tale ingresso, denunciano gli stessi comitati, è stata un aumento delle bollette in media del 60% (con punte fino al 300%), una diminuzione degli investimenti per la ristrutturazione degli impianti e un aumento delle vendite dei quantitativi d'acqua.

Il secondo quesito intende abrogare una singola frase del decreto 152 del 2006, la quale prevede che la tariffazione dell'acqua possa essere stabilita in base “all'adeguatezza della remunerazione del capitale investito”. Le tariffe, cioè, possono essere aumentate per compensare gli investimenti di capitale fatti dal gestore (anche privato).

Il terzo quesito è quello che nelle ultime settimane ha avuto più problemi, e continua ad averne a soli tre giorni dal voto. Nella sua forma originaria prevedeva la richiesta di abrogazione di alcune norme varate tra il 2008 e il 2010 che sancivano la costruzione di impianti di produzione di energia nucleare sul territorio italiano. Dopo l'inserimento nel decreto Omnibus della cosiddetta “moratoria nucleare”, che ha di fatto abrogato le leggi precedenti, la Cassazione (la cui decisione è stata poi approvata anche dalla Consulta) ha modificato il testo del quesito adattandolo alle nuove norme. La moratoria, infatti, prevede la sospensione del programma nucleare “al fine di acquisire ulteriori evidenze scientifiche” e una valutazione su quali saranno le scelte della Comunità Europea. Blocca, cioè, temporaneamente i piani di costruzione delle centrali nucleari lasciando aperta una possibilità per il futuro. Abrogando anche questa legge, si sceglie di rifiutare anche per il futuro la costruzione di centrali nucleari in Italia. Votando no, al contrario, si lascia aperta questa possibilità.

L'ultimo quesito riguarda il legittimo impedimento, una norma introdotta dalla legge 51 del 2010, poi modificata in parte da una sentenza della Corte Costituzionale, la quale ha dichiarato illegittime alcune sue parti. La richiesta di abrogazione è riferita a tutte le altre parti ancora in vigore. Secondo questa legge, il presidente del Consiglio e i ministri, se chiamati a comparire in udienza penale come imputati, possono avvalersi del “legittimo impedimento”. Possono, cioè, chiedere che l'udienza venga spostata qualora abbiano degli impegni connessi con le loro funzioni governative. I comitati promotori di tale quesito, si oppongono al legittimo impedimento sostenendo che il presidente del Consiglio e tutti i ministri, se imputati in un processo penale, debbano essere trattati come qualsiasi altro cittadino. Anche per tale quesito, voterà Sì chi vuole abrogare il legittimo impedimento, voterà No chi vuole mantenerlo.

Il referendum risulterà valido se si recherà alle urne il 50% più uno degli aventi diritto.

Serena Casu


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