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Caos Pd, al Senato è scontro aperto tra Renzi e minoranza

Giovanni Maria Elia
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Caos Pd, al Senato è scontro aperto tra Renzi e minoranza
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ROMA, 19 GENNAIO 2015 - È una parabola ascendente quella che disegna la tensione in casa Pd. Un’escalation che è frutto di dissidi vecchi ma che dopo la recente direzione di partito, con il premier-segretario Matteo Renzi a dettare i diktat da e-seguire per l’elezione del nuovo Capo dello Stato, e le dimissioni di domenica scorsa di Sergio Cofferati, uno dei padri fondatori del partito di via del Nazareno, sembra avvicinarsi sempre di più all’estrema implosione.

Il tutto in uno dei momenti più importanti della politica nazionale, ovvero l’elezione del Presidente della Repubblica e l’approvazione della riforma elettorale. Due appuntamenti ai quali il Pd sembra avvicinarsi più diviso che mai. A dimostrazione di ciò erano già sufficienti le dichiarazioni rilasciate ieri dall’ex ministro Stefano Fassina, ma quest’oggi, in quella che sembra diventare sempre di più una vera e propria prova di forza, Matteo Renzi ha di nuovo fatto la voce grossa.

In vista della votazione sulla riforma della legge elettorale, che martedì sarà discussa al Senato, il presidente del Consiglio ha convocato i senatori democratici a Palazzo Madama. «Stiamo passando da un eccesso di palude a un impegno di notevoli dimensioni. Ora stiamo a un passaggio chiave» avrebbe affermato il segretario del Pd, il quale si è poi rivolto esplicitamente al bersaniano Miguel Gotor: «Caro Miguel – ha affermato Renzi – ti ho definito il mio nemico di fiducia. Le tue critiche sono ingiuste e ingenerose, non si può usare un gruppo minoritario come un partito nel partito». In mattinata, infatti, il senatore Gotor aveva detto: «Se non ci sono novità, in trenta di noi voteranno l’emendamento proposto dalla minoranza».[MORE]

Il premier Renzi, dunque, passa poi all’attacco: «Non ci sono spazi per soluzioni alternative rispetto alla legge che vi ho proposto. Quindi rivediamoci domani verso le 12 usando queste ore per evitare rotture. Rimandiamo l’inizio del voto a domani pomeriggio ma domani – ha concluso – si chiude». Dopo l’incontro con il premier-segretario Renzi, i senatori di minoranza hanno convocato una conferenza stampa, presso Palazzo Madama, dove hanno ribadito il loro «No ad un Parlamento di nominati».

(Immagine da europaquotidiano.it)

Giovanni Maria Elia


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Scritto da Giovanni Maria Elia

Giornalista di InfoOggi

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