Scontro Saviano - Lega Nord
Politica

Scontro Saviano - Lega Nord

martedì 27 luglio, 2010

Botta e risposta tra Saviano e la Lega. "La Lega ci ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono, ma l’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Lombardia racconta una realtà diversa: dov’era la Lega quando questo succedeva negli ultimi dieci anni laddove ha governato? E perché, adesso non risponde?". La domanda, provocatoria, arriva da Roberto Saviano che, dalle colonne di ‘Vanity Fair’ in edicola domani, chiede spiegazioni al partito di Umberto Bossi.[MORE]
La vicepresidente del gruppo della Lega Nord alla Camera, Carolina Lussana risponde allo scrittore napoletano: "Non accettiamo lezioni di legalità dal signor Saviano. Le sue affermazioni non corrispondono alla realtà visto che la Lega evidenzia da molto tempo il rischio di infiltrazioni delle associazioni mafiose al nord sottolineando il fatto che se la mafia al Sud spara, al Nord fa gli affari". Lussana sottolinea: "Il ministro Maroni ha avviato un’operazione mirata contro le infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’Expo ed inoltre una delle prime missioni portate avanti dalla Commissione parlamentare Antimafia, di cui io sono membro, ha riguardato proprio Milano. Per quanto riguarda le nostre amministrazioni, la linea politica portata avanti dalla Lega è netta: nessuna tolleranza con chi si dovesse macchiare di connivenze con le mafie”.
Castelli rincara la dose: “Non ci siamo limitati a scrivere quattro cose e a partecipare a quattro conferenze. Né siamo diventati ricchi per questo. Abbiamo corso solo rischi. Infine un invito: vediamo che Saviano continua a fare pubblicità al suo libro. La smetta - conclude Castelli - perché gli antimafia a pagamento sono sempre meno credibili".

Luigi De Magistris interviene a difesa dello scrittore in esilio: “Saviano ha ragione nel denunciare l’ipocrisia della Lega di fronte alla penetrazione, soprattutto economico-finanziaria, delle mafie nel Nord’’. L'europarlametare dell'Idv aggiunge: "Il razzismo presuntuoso della formazione di Bossi ha infatti impedito che guardasse in faccia la realtà, che vede il cuore degli interessi criminali da anni emigrare oltre il Po. L’ipocrisia padana ha raggiunto l’apice in questa esperienza di governo: occasione in cui la Lega ha ripudiato quella battaglia di legalità di cui, almeno a parole, si è sempre detta portavoce. In Parlamento mai ha fatto e farà mancare il voto a provvedimenti criminogeni come processo breve, ddl intercettazioni, revisione delle norme sui pentiti. Mentre il ministro Maroni ha introdotto la possibilità di vendere all’asta i beni confiscati alle mafie assestando, anche dal punto di vista simbolico, un colpo mortale alla lotta contro il crimine organizzato.”
 


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