Se ti abbraccio non aver paura
Cultura e Spettacolo Calabria

Se ti abbraccio non aver paura

martedì 25 settembre, 2012

«Ripesco tra le mie cose il suo ultimo biglietto.
   
               MA SEI PIÙ FELICE O TRISTE?
               Felice
               NON SEI TRISTE PER TUTTO QUELLO CHE
               L’AUTISMO TI IMPEDISCE DI FARE?
               Mondo parallelo è autismo devo im-
               parare da terrestri
               E TU… NON SEI UN TERRESTRE?
               Terrestre imparo diventare
»


Poche parole eppure hanno la sostanza dell’assoluto quelle che Andrea, un ragazzo di 17 anni affetto della Sindrome di Kanner, altrimenti detta autismo, scrive con il suo modo personalissimo davanti al computer, con la stessa immutabile sequenza di “pugno, cuore, lettera”. [MORE]

Andrea è un ragazzo reale, come reale è il suo sorriso, “una finestra spalancata da una stella lontana”, un bagliore remoto che risale dagli abissi della sua malattia che traspare tra le righe di questa storia vera, toccante, che il padre, Franco Antonello, ha deciso di far conoscere affidandola all’ars narrandi di Fulvio Ervas. Dopo un dialogo tra i due durato oltre un anno nasce Se ti abbraccio non aver paura (Marcos y Marcos, 2012, pp. 319, euro17), con parte dei proventi, quelli spettanti a Franco Antonello, destinati per costruire la casa di un ragazzo con lo stesso disturbo di Andrea, Jorge, che attualmente vive in una baracca della foresta del Costarica.
Questa è la storia di un viaggio on the road, che padre e figlio hanno compiuto nell’estate del 2010 in sella a una Harley Davidson rossa – in principio – “a zonzo” per gli Stati Uniti e l’America latina, alla ricerca del “Bruco Blu”, il pupazzo preferito da Andrea durante i primi anni di vita.
Un viaggio “strampalato, vitale, un poco avventato, un poco creativo”, un viaggio per perdersi o per trovarsi.
Cost to coast, attraverseranno la Florida, l’Alabama, la Louisiana, il Texas, il Messico, il Brasile … al ritmo di jazz o di blues, tra un cicchetto di tequila, un hot dog e una manciata di pop corn, in un’avventura  in cui non stupisce l’incontro con uno sciamano ma sorprende la magia del primo bacio.
È una storia diversa, un po’ contromano, non per questo meno bella, anzi, che emoziona con le sue tinte forti come i rossi e i blu che Andrea usa per dipingere, seguendo le proprie pulsioni di “tiranno fragile, bisognoso di libertà”, guidandoci per mano alla scoperta del suo mondo silenzioso, “un luogo lontano dove valgono altri codici, altri segni, altre bellezze”.
Andrea, “creatura marina” diventerà nostro amico, facendoci ridere, piangere, sognare, riflettere, insegnandoci che “c’è più di qualche goccia di autismo in ognuno di noi”, specie quando preoccupati per la nostra incolumità preferiamo tapparci gli occhi, i timpani, divenendo sordi alle richieste di aiuto del prossimo, trincerandoci dietro la formula matematica di una diagnosi clinica – autistici, invalidi, disabili, diversamente abili… sono tante le categorie e gli eufemismi creati/adottati dalla società contemporanea - quasi a voler pensare che sia sufficiente un nome per risolvere un problema, piuttosto che metterci al posto degli altri e sforzarci di comprendere.
Da chi meno ce lo aspettiamo possono arrivare le sorprese più grandi e un figlio speciale come Andrea, pur tra le lacrime, la paura, le difficoltà quotidiane, può rivelarsi “un regalo del cielo”, in grado di amarci, di carpire i nostri pensieri accarezzandoci semplicemente la pancia.
Questo è un romanzo, ma il viaggio di Andrea non si conclude tra le sue pagine, continua nella vita, un po’ anche nelle nostre vite. Difficile dimenticarlo.

Domenico Carelli
  
 


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