Sostenibilità: l'Europa verso Rio+20
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Sostenibilità: l'Europa verso Rio+20

martedì 4 ottobre, 2011

STRASBURGO, 4 OTTOBRE 2011 - Mancano circa otto mesi al vertice Rio+20, il summit internazionale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile che si terrà a Rio de Janeiro dal 4 al 6 giugno 2012, esattamente vent'anni dopo quello che fu il primo vertice dell'Onu incentrato sull'ambiente - comunemente conosciuto come Summit della Terra - tenutosi nella stessa sede nel 1992.[MORE]

In vista di questo importante appuntamento internazionale, il Parlamento Europeo lo scorso 27 settembre ha approvato una risoluzione comunitaria nella quale espone una serie di proposte programmatiche in tema di sviluppo sostenibile ed eliminazione della povertà, augurandosi che il vertice di Rio non sia solo l'occasione per esporre “azioni di buona volontà”, ma che queste intenzioni si traducano in “azioni concrete, obiettivi quantificabili e relativi metodi per affrontarle”. Proprio per questo motivo, viene ribadita la necessità che l'Unione Europea si presenti al summit con una posizione “forte e unitaria” di tutti i Paesi membri.

La linea programmatica dell'Europa che emerge dalla risoluzione si basa sulla consapevolezza che lo sviluppo sostenibile non sia semplicemente la promozione dell'economia verde, ma sia “qualcosa di più”, che coinvolge non solo le azioni economiche – pur importanti – ma anche il capitale umano, ambientale e naturale. Attraverso l'approvazione di questo documento, la Commissione di Rio+20 viene invitata ad affrontare la discussione attraverso un “approccio integrato” alle diverse tematiche, l'unico attraverso il quale si possa rispondere a sfide globali quali “l'eliminazione della povertà, la sanità, l'alimentazione, l'occupazione, l'uguaglianza di genere, il cambiamento climatico e l'approvvigionamento energetico”.

Numerosi sono, quindi, gli aspetti presi in considerazione dalla risoluzione, a partire dalla promozione di una “crescita sostenibile” che interessi tutti i Paesi, indipendentemente dal loro livello di sviluppo, fino all'adozione di misure concrete affinché questa sia resa possibile. Emerge, tra le varie proposte, la consapevolezza della necessità che a livello globale vengano adottati modelli alternativi per la misurazione della crescita e del benessere. Modelli che vadano “al di là del PIL”, cioè che non considerino i parametri macroeconomici come unici modelli utlizzabili per misurare il benessere di un Paese. Questi parametri, pur ritenuti importanti, vanno integrati con indicatori “chiari e misurabili” di tipo diverso, che prendano in considerazione non solo la dimensione economica ma anche quella ambientale e sociale.

Tra le altre proposte approvate dal Parlamento Europeo, si segnalano la necessità della promozione di consumi e produzioni sostenibili, attuate in modo particolare attraverso il sostegno all'agricoltura su piccola scala, la ferma opposizione “all'acquisto fondiario su larga scala da parte di entità estere nei Paesi in via di sviluppo”, la messa in opera di azioni globali contro la speculazione finanziaria che contribuisce alla volatilità dei prezzi dei prodotti alimentari e alla conseguente creazione delle crisi alimentari globali. E ancora, la protezione dell'ambiente marino attraverso l'istituzione di un “sistema di monitoraggio dell'ecosistema marino globale”, la salvaguardia delle foreste, l'incentivo al riciclaggio dei rifiuti, la disciplina nell'utilizzo dei prodotti chimici e l'istituzione di una tassa sulle transazioni finanziarie a livello internazionale.

Il Parlamento Europeo chiede, inoltre, alla Commissione di Rio di affrontare la discussione in merito alla promozione e all'incentivo delle fonti di energia rinnovabile nell'ottica di una “radicale trasformazione del settore energetico”, oltre che di impegnarsi ad eliminare – entro il 2020 – “tutte le sovvenzioni alle attività dannose per l'ambiente” e ai progetti non eco-sostenibili. «Dal 1992 – queste le parole di Jo Leinen, presidente della commissione europea per l'ambiente – è stato fatto molto, ma le decisioni più importanti non vanno ancora nel senso giusto: il divario tra ricchi e poveri è cresciuto, le foreste sono state distrutte e i mari svuotati. Nel 2012 a Rio abbiamo bisogno di un nuovo impegno della classe politica». La linea ufficiale unitaria che l'Unione Europea ha intenzione di adottare per il vertice di Rio verrà presentata alle Nazioni Unite entro il prossimo novembre.

Serena Casu


Autore
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