Tra basilico e peperoncino è colpo di fulmine
Cronaca

Tra basilico e peperoncino è colpo di fulmine

lunedì 13 maggio, 2013

Tra peperoncino e basilico è amore a prima vista. La scoperta arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Bmc Ecology, che ha dimostrato come i semi di peperoncino (Capsicum annuum) germoglino più velocemente se vicino a loro è presente una pianta di basilico (Ocimum basilicum). La cosa strana è che tutto ciò avviene anche se tra le due piante viene bloccato qualsiasi canale di comunicazione, ovvero: segnali luminosi, chimici e il contatto diretto.
Secondo gli autori della ricerca, Monica Gagliano e Michael Renton della University of Western Australia, la spiegazione più probabile è che le piante riescano a comunicare attraverso microscopiche vibrazioni “nanomeccaniche”, emesse a livello cellulare.[MORE]

Fino ad oggi si riteneva che i messaggi tra le varie piante avvenissero unicamente per contatto, oppure attraverso segnali chimici e luminosi. Gagliano e Renton hanno invece deciso di studiare la possibilità che tale comunicazione vegetale avvenga attraverso altri canali.
I ricercatori hanno piantato dei semi di peperoncino in diversi ambienti, a volte in presenza di altre piante della stessa specie, a volte da soli, e a volte nei pressi del basilico. I semi erano isolati in una scatola di plastica nera, in modo da bloccare sia la possibile comunicazione chimica che l'influenza della luce.

I ricercatori hanno così analizzato il tempo che i semi di peperoncino impiegavano normalmente per germogliare. Dopo un'attento studio hanno scoperto che la crescita era molto lenta quando i semi non avevano altre piante nelle vicinanze, un po' più veloce nei pressi di altri cespugli di peperoncino ma estremamente più rapida se nei dintorni erano presenti piante di basilico. Nonostante fossero isolati da uno strato di plastica dunque, i semi sono riusciti a percepire la presenza di altre piante.

“I nostri risultati dimostrano che le piante sono in grado di influenzare positivamente la crescita dei semi di altre specie attraverso qualche meccanismo ancora sconosciuto”, spiega Gagliano: “noi riteniamo che la risposta abbia a che fare con dei segnali acustici generati utilizzando delle oscillazioni nanomeccaniche provenienti dall'interno delle cellule, che permetterebbero rapide comunicazioni con le piante vicine”.

(Riferimenti: Bmc Ecology doi:10.1186/1472-6785-13-19)


Roberta Lamaddalena


Autore
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