Un' esplosione mai vista prima
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Un' esplosione mai vista prima

venerdì 8 aprile, 2011

8 APRILE - Un esplosione così violenta non era mai stata osservata. Lampi gamma di un'intensità mai registrata prima. Il fenomeno è tutt'ora osservato dai vigili occhi dei più potenti telescopi spaziali mai costruiti: Hubble, Swift e Chandra.[MORE]

All'improvviso un bagliore. Dove prima c'era il buio ora c'è qualcosa. Qualcosa di veramente molto luminoso. Il telescopio Swift, il satellite della NASA per lo studio dei raggi gamma, registra una potente serie di picchi. Gli astronomi che lo osservano per primi rimangono stupefatti nel leggere i dati: è la più violenta esplosione nel cosmo mai osservata. Il suo nome è GRB 110328A. Swift insieme ad Hubble e Chandra, i tre più potenti telescopi disponibili al momento, stanno ora monitorando questa grandiosa esplosione che dura ormai da dieci giorni.
Il 4 aprile, tramite l'accuratezza di Hubble, è stato possibile individuare che la sorgente di quei flash così luminosi è nella costellazione del Dragone, a 3,8 miliardi di anni luce dalla Terra.

Il fenomeno - Sin dall'inizio non vi è stato nessun dubbio. Si tratta di un gamma ray burst: questo fenomeno si può definire sommariamente come un esplosione dovuta alla morte di una stella con una massa pari a 40 volte quella del Sole, anche se la ricerca per capire meglio la loro natura è tutt'altro che chiusa.
Ma normalmente i gamma ray burst durano alcune ore: questa, come già detto, va avanti da più di una settimana.

Una esplosione speciale - Pur non avendo nulla di certo si pensa che, visto che la stella da cui si è originata la deflagrazione si trovava a ruotare nei pressi del buco nero supermassivo al centro della  galassia che lo ospita, questo avrebbe risucchiato la stella, distruggendola. Mentre i gas cadevano verso il buco nero hanno emesso una potente radiazione luminosa collimata versa la Terra. La direzione di questo getto è stata causata proprio dalla rotazione del buco nero.

La meraviglia dell'esperto - “I lampi gamma a cui siamo abituati sono da migliaia a milioni di volte meno potenti di quelli che stiamo osservando”, ha detto Andrew Fruchter, dello Space Telescope Science Institute di Baltimora.

In ogni caso è indubbio che la scoperta possa cambiare le idee sui gamma ray burst,  sulla morte delle stelle e, quindi sulla loro natura.

 

Fonti: MEDIA INAF, Repubblica.it, NASA

Fonti Foto: NASA
 


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