Una Nazionale formato Cassano
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Una Nazionale formato Cassano

mercoledì 8 settembre, 2010

BARI - Italia 5 – Isole Far Oer 0.
Basterebbe questo (rotondo) risultato per raccontare la partita di ieri tra la nostra Nazionale e quella degli sconosciutissimi isolani del Nord Atlantico, calciatori per diletto e panettieri, carpentieri di professione. Gente che si alza presto alla mattina per portare a casa la pagnotta, insomma..
Basterebbe dire di Cesare Prandelli, accolto come un eroe dalla sua gente, in una Firenze che gli dedica una targa di commiato “in ricordo di cinque splendidi anni passati assieme”.
Basterebbe dire della Nazionale, appunto, impegnata in una operazione di “recupero fantasia & simpatia” dopo la debacle sudafricana: largo ai giovani e al talento, all’estro, all’imprevedibilità.[MORE]
E a quei pochi punti fermi della vecchia guardia: Pirlo, De Rossi, Gilardino, Quagliarella.
Tanti esordi, dai sorprendenti De Silvestri e Antonelli alle conferme di Bonucci e Chiellini (nonostante qualche leggerezza di troppo); un centrocampo che crea e dà sostanza e benzina alle punte.
In attacco, piedi buoni per buttare la palla dentro
Unendo tutti questi ingredienti la ricetta è pronta: 5 a 0. Cena abbondante, soddisfazione, gaudio.
Ora però si fa (davvero) sul serio, perché prima Estonia e poi Far Oer servono a dare motivazione, fiducia ma non certo a riportarci su livelli superiori: aspetteremo la Serbia (cui abbiam sottratto il primo posto del girone) ad ottobre. E lì vedremo se s’è trattato solo di una parentesi o se questa nuova pagina del calcio italiano può essere riscritta per intero.
Chi, tra tutti, sembra davvero rinato è il giocatore da cui t’aspetti (o ti aspettavi) la Rivoluzione.
Un tempo, la faceva soprattutto fuori dal campo: insulti, corna, sfuriate.
Oggi, il Robespierre di Barivecchia ha messo la testa a posto, i piedi (per fortuna) sempre eccellenti e una vita nuova: s’è sposato e presto diventerà papà.
Addirittura dice che ha imparato a giocare per la squadra perché lui, da solo, non ha senso. Diventa qualcuno se si mette al servizio degli altri dieci compagni. Maradona è nato una volta sola.
E in Argentina, non tra i vicoli di una città del Sud che lo ha allevato, coccolato, santificato.
Antonio Cassano è ormai un Giocatore: lo vedi dal Coraggio (nel voler voltar pagina), dall’ Altruismo ( come mentalità di gioco) e dalla Fantasia (mai mancata, ad onor del vero).
Due gol in due partite ed una serie infinita di delizie: assist, dribbling, passaggi smarcanti.
Aldilà di tutto, un ragazzo ritrovato: servirà all’ Italia ma soprattutto a lui stesso e al figlio che verrà.
Non chiamiamolo leader ma trascinatore, ispiratore, calciatore. Ha avuto la possibilità di giocare perché è in forma, segna, Non è cambiato niente rispetto a pochi mesi fa se non i paraocchi di cui Prandelli fa a meno, a differenza del suo ottuso predecessore Lippi.
Si sta ripartendo da zero ma, di questo passo, sarà facile continuare a divertirsi guardando una partita di calcio
Che, in fondo, è il vero motivo per il quale ventidue uomini rincorrono un pallone.

[Antonio Cassano  - Foto da Calcioblog.it]


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