Urne premiano 'coalizione', vincono candidati M5S-Pd. Centrosinistra strappa due città, centrodestra
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Urne premiano 'coalizione', vincono candidati M5S-Pd. Centrosinistra strappa due città, centrodestra

lunedì 5 ottobre, 2020

Urne premiano 'coalizione', vincono candidati M5S-Pd. Centrosinistra strappa due città, centrodestra tiene solo Arezzo
ROMA, 05 OTT - L'alleanza di governo funziona, almeno nei comuni. I risultati dei ballottaggi suggellano il successo della 'coalizione' giallorosa ed evidenziano il passo indietro del centrodestra. Oltre a Faenza e Caivano (conquistati al primo turno), ora Pd e M5s guideranno anche Giugliano e Pomigliano d'Arco, città natale dello stesso Di Maio. Dei 9 capoluoghi tornati alle urne, 5 sono andati al Pd (Chieti, Bolzano, Reggio Calabria, Lecco e Andria), 1 al Movimento 5 Stelle (Matera), 2 a indipendenti (Crotone e Aosta) e 1 al centrodestra (Arezzo).

Il centrosinistra, dunque, sfiora l'en plein e 'strappa' ai rivali Chieti - da dieci anni ormai roccaforte del centrodestra con le due consiliature consecutive di Umberto Di Primio - e Andria, reduce dal commissariamento che durava da aprile dello scorso anno. Ma il centrosinistra sarà in giunta anche a Matera, l'unico capoluogo a marca pentastellata. A spiegarlo è lo stesso neo-sindaco Domenico Bennardi, sostenuto al ballottaggio anche dai voti del Pd, seppur senza apparentamento formale.

Il governo della città, ha detto subito dopo l'elezione, sarà composto da esponenti "della coalizione". In tutti i capoluoghi, è la principale 'novità' di questa tornata elettorale, il simbolo dei cinque stelle è stato sempre accompagnato da altre liste, civiche o del centrosinistra. A evidenziare il passo falso di Lega, Fdi e Forza Italia, è il candidato sconfitto, Rocco Luigi Sassone. "Si poteva anche perdere ma non in questo modo - ammette -. Bisogna esaminare alcune dinamiche che si sono messe in moto nel mio schieramento".

Bolzano e Reggio Calabria, invece, confermano i rispettivi sindaci uscenti di centrosinistra, Renzo Caramaschi e Giuseppe Falcomatà, che respingono il tentativo di avanzata della Lega. "Qualcuno voleva provare a mettere bandierine nella nostra città - festeggia Falcomatà, che stacca di 17 punti percentuali il suo rivale, Antonio Minicuci -. Noi non lo abbiamo permesso e allora con simpatia e con il sorriso diciamo...'Salvini stai a casa tua'". Vittoria al fotofinish a Lecco, dove il candidato del Pd Mauro Gattinoni è stato eletto con appena 31 voti di scarto su Giuseppe Ciresa, sostenuto dalla coalizione di centrodestra.

L'opposizione tiene solo Arezzo, dove Alessandro Ghinelli si prepara al bis dopo un largo successo sul medico Luciano Ralli. Risultato emblematico della tornata elettorale è quello di Cascina, primo comune toscano conquistato quattro anni fa dalla Lega quando elesse Susanna Ceccardi, oggi europarlamentare del Carroccio e candidata per il centrodestra, poi sconfitta, alla presidenza della Regione Toscana. Il Pd torna in municipio con Michelangelo Betti, dopo l'apparentamento con una lista civica di sinistra e M5S.

Il neo-sindaco ha ottenuto il 59% dei voti superando nettamente il candidato della Lega, Leonardo Cosentini, assessore uscente che si era apparentato con la lista civica di Dario Rollo, il sindaco reggente uscente che ha rotto i rapporti con la Lega poco prima del voto. Si affida ad un outsider, infine, il comune di Crotone, reduce dal commissariamento dopo le dimissioni del sindaco. A guidare il municipio sarà Vincenzo Voce, sostenuto da un pugno di liste civiche, distanti dai partiti. Oggi si è votato, ma al primo turno, anche in Sicilia, con due capoluoghi alle urne.

A Enna ha vinto l'uscente Maurizio Di Pietro, ex Pd poi passato ad Italia Viva con cui si è candidato in una inedita alleanza con pezzi di centrodestra. "Vince un modello di buon governo e innovazione e un interessantissimo modello politico", il commento del presidente dei senatori Iv, Davide Faraone. Ad Agrigento, infine, Franco Miccichè, ex assessore di Lillo Firetto (anche lui ricandidato col centrosinistra), è in vantaggio sull'ex alleato ma non tanto da raggiungere la soglia del 40% che gli consentirebbe di essere eletto al primo turno. Si va dunque verso il ballottaggio.


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