La Camera vota contro l'arresto di Milanese
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La Camera vota contro l'arresto di Milanese

giovedì 22 settembre, 2011

ROMA, 22 SETTEMBRE 2011. Vi è stata la delicata decisione dell’aula di Montecitorio in merito all’autorizzazione all’arresto dell’on. Marco Milanese, stretto collaboratore del ministro Tremonti, richiesta dal gip di Napoli Amelia Primavera. L’oggetto della deliberazione della Camera dei Deputati verteva sull’esistenza o meno del fumus persecutionis nei confronti del deputato campano.[MORE] Il fumus persecutionis è sintomo, nella logica costituzionale della divisione dei poteri, della lesione delle prerogative parlamentari da parte della magistratura ordinaria. In sede di valutazione dell’esistenza di un cortocircutito tra giustizia e politica non rilevano le circostanze di merito dell’azione giudiziaria: il parlamento non deve esprimersi circa l’esistenza di una fattispecie di reato a carico del deputato sottoposto ad indagine giudiziaria. Evidentemente il giudizio parlamentare circa la persecuzione giudiziaria nei confronti di un suo membro si fonda su un’ampia discrezionalità e, in ultima analisi, può essere confrontato alla stregua di un necessariamente flessibile criterio di ragionevolezza. La discrezionalità dell’organo parlamentare può sfociare nell’arbitrio politico.

Diventa fondamentale, allora, fissare alcuni paletti all’azione della giunta per le autorizzazioni prima, e dell’aula in plenum poi. Gli organi del parlamento devono esaminare le carte inviate dall’organo giurisdizionale al fine di verificare se esse rispettano un iter di ragionevolezza nel perseguimento dei reati. In secondo luogo, si dovrà valutare se l’organo inquirente o quello giudicante che hanno inviato la richiesta di arresto alla camera di appartenenza del parlamentare possiedano la necessaria serenità rispetto al deputato e all’organo di rappresentanza politica. Infine, deve essere ascoltato il parlamentare oggetto di richiesta d’arresto. Se le tre condizioni di valutazione dimostrano la non persecutorietà dell'azione giudiziaria, la camera dovrebbe accogliere l'istanza di arresto.


Nel caso dell’onorevole Milanese, il dibattito parlamentare sembrava mostrare la non esistenza di condizioni persecutorie. In particolare, la decisione del gip Primavera in un procedimento diverso (caso Lavitola, Tarantini) con cui il giudice napoletano ha dichiarato l’incompetenza della procura di Napoli sull’inchiesta che vede coinvolto Berlusconi come vittima di estorsione, dimostrava che il magistrato non ha assunto un atteggiamento pregiudizialmente contrario alla classe politica.

La camera ha comunque detto no all'arresto di Milanese, in linea con una decisione che sembra avere soprattutto significato politico (312 voti contro 305 a favore dell'arresto).
 

Emiliano Colacchi


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