Ai cercatori di Cristo
Parola e Fede

Ai cercatori di Cristo

mercoledì 29 agosto, 2012

Oggi rispondiamo a Valentina Signoretti da Catanzaro, Alessio da Genova, Luca da Bologna e Osvaldo da Teramo.

D. L'uomo per credere cerca dei segni. In che modo io posso essere segno? Come evitare che i miei pensieri siano costrizione per l'altro? Valentina Signoretti da Catanzaro.

R.Molta gente è alla ricerca di Dio. Questa ricerca non è solo la necessità di ricevere una conferma dell’esistenza di Dio ma, molto spesso, è un bisogno di verità, di carità, di giustizia, di fede, insomma di quei sentimenti che Cristo ha vissuto e manifestato nella grande santità della sua vita. Se Cristo è stato la perfetta manifestazione dei sentimenti del Padre suo, così, ogni cristiano, vivendo di ogni parola del vangelo, diverrà la presenza dei sentimenti di Cristo. Il vangelo, in tal senso, non costringe nessuno ma si pone solo come una possibilità di salvezza per l’altro affinchè questi possa credere e aderire alla proposta della fede o, anche semplicemente, per innalzare una lode al Signore: “Vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro celeste” (Matteo 5,16).[MORE]

D. Come ci si deve accostare alla comunione e come evitare di trasformare tutto solo in un rito? Alessio da Genova.

R. Caro Alessio, se io so bene chi sto per ricevere, farò in modo tale che la mia anima e il mio spirito siano degnamente disposti a ricevere una Persona divina più che a partecipare a un semplice rito. Con il sacramento dell’eucaristia, non ricevo qualcosa, ma “Qualcuno”. Questo “Qualcuno” è il Verbo incarnato, il Figlio di Dio, Gesù, il Salvatore, che attraverso il pane e il vino, consacrati dal sacerdote, e trasformati in corpo e sangue di Cristo, Egli si offre a me, e per me, perché io possa diventare Lui. Sì, proprio Lui! Per purissimo dono, accogliendolo con fede, Egli mi concede di entrare nella sfera del divino, farmi vivere nella luce e nella forza dello Spirito Santo, avvertire i suoi sentimenti, testimoniare la sua verità e, con l’aiuto della grazia divina, vivere nella santità la mia esistenza. Tutto di me è assunto da Lui, ma è necessario che io lo riceva santamente e viva sempre nello stato di grazia.

D. Salve sono un ragazzo di 16 anni ho letto sul web - la visione di Dio - cosa vuol dire? E come comprendere che Dio ė nel mio cuore? Luca da Bologna.

R. Caro Luca, avere la giusta visione di Dio significa: capacità di leggere tutto secondo la verità del Signore. Questo è possibile se si vive nello stato di grazia (in assenza di peccato mortale) nell’assidua formazione alla Parola e nella costante preghiera che dona la luce dello Spirito Santo e consente di avere il discernimento del bene e del male nelle diverse situazioni della vita. Per comprendere se Dio è nel tuo cuore, lo capisci da te stesso, nella misura della tua fede: Dio è sempre presente in quell’anima dove si osservano i suoi comandamenti e dove Egli è testimoniato in ogni ambito della vita (famiglia, scuola, amicizia, chiesa, ovunque).

D. Ho letto su internet questa frase: “Se vuoi essere perfetto, va, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Non ho compreso niente o meglio ho compreso, ma sono sicuro che è sbagliato. Mi date una risposta? Osvaldo da Teramo.

R. La frase che hai letto si riferisce a un brano del vangelo secondo Matteo (19,21) dove Gesù chiede a un giovane ricco di diventare suo discepolo e di seguirlo in maniera incondizionata. Si tratta di una chiamata particolare che Gesù rivolge personalmente a quella persona. Gesù chiama sempre secondo la conoscenza che gli viene dal Padre e secondo quanto vi legge nel cuore degli uomini. Lui sa bene a chi rivolgere un tipo d’invito, e a chi invece farne un altro.

Per manifestare il senso del brano e offrire un richiamo spirituale che possa valere per tutti, Gesù vuole che tutti quelli che sono chiamati a seguirlo (e questo vale per ogni cristiano), abbiano un cuore libero. Lui vuole il primo posto nel cuore dell’uomo, per cui né le cose terrene, né gli affetti delle persone, devono condizionare o alterare l’amore che l’uomo è chiamato a riservare a Cristo. Lui è la vera fonte della felicità dell’uomo e l’unico che può dargli la salvezza eterna. Gli uomini del nostro tempo devono meditare molto questo brano del vangelo e sulla chiamata che Dio fa a ciascuno. Occorre riflettere con profonda serietà su come, ormai, le cose, le persone, il potere, siano diventate forme d’idolatria, hanno preso il totale controllo del cuore e della vita delle persone. Dio chiederà a ciascuno conto di ogni attimo del nostro tempo vissuto in terra, di ogni nostra scelta, di ogni piccolo sentimento, e come stiamo rispondendo alla volontà che Egli ha su ciascuno di noi.

Caro Osvaldo, se il significato del brano evangelico ha potuto dire qualcosa al tuo cuore, medita anche tu sulla chiamata di Dio, rendi partecipe di questo messaggio i tuoi amici e guadagnerai qualche anima al Signore.

 

Sac. Alessandro Carioti
Docente di Teologia Fondamentale nell’Istituto Pio XI di Reggio Calabria


Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected]. Si cercherà di fornire a tutti una risposta.


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