Al via il processo di canonizzazione di Don Carlo De Cardona
CASSANO ALLO IONIO (CS) - La Santa Sede ha autorizzato l’avvio del processo di canonizzazione di don Carlo De Cardona.[MORE]
L’annuncio, ufficiale, è stato dato dal vescovo della Diocesi di Cassano Ionio, monsignor Vincenzo Bertolone, nel corso della visita pastorale a Nocara, nel giorno del centoquindicesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale del prete moranese, avvenuta a Cosenza il 7 luglio 1895 nella Cattedrale cassanese, per l’imposizione delle mani dell’allora vescovo Evangelista Di Milia. Celebrando la santa messa nel monastero degli antropici alla presenza, tra gli altri, del parroco di Nocara, don Pierfrancesco Diego, e del Postulatore della causa di beatificazione del sacerdote moranese, don Giovanni Maurello, il vescovo ha spiegato che «l’autorizzazione della Santa Sede consentirà, entro il prossimo autunno, l’avvio della causa di beatificazione, con la costituzione di un vero e proprio tribunale che avrà il compito di vagliare le testimonianze e la documentazione dalle quali emergerebbero le virtù di don De Cardona».
Nato a Morano nel 1871, De Cardona si formò nel solco tracciato dall’enciclica Rerum Novarum, promulgata da Leone XIII nel 1891. La sua opera fu incessante, incisiva, instancabile in ambito apostolico ed economico: creò cooperative, associazioni, Casse rurali e artigiane per alleviare le pene della sua gente, i rurali, riscuotendo consensi ma anche critiche ed ostilità, non esclusa la diffidenza dell’autorità ecclesiastica vaticana, oltre che di gran parte del Clero locale. Avversato dal Fascismo, fu costretto praticamente all’esilio in casa del fratello Ulisse a Todi, prima del ritorno a casa e della morte, che lo colse ottantasettenne nel suo borgo natìo, nel 1958. «Il sacerdote moranese – commenta il Presule cassanese – è stato un modello di spiritualità e coerenza: s’impegnò nell’opera di formazione delle coscienze dei lavoratori, nella tutela dei più elementari diritti e nella piena e leale adesione alla Chiesa Sempre fedele a se stesso ed alla sua missione, fu prete esemplare che ebbe un solo fine: testimoniare il volto del Cristo sofferente e perseguitato in quello logoro e pieno di rughe dei contadini calabresi». Conclude monsignor Bertolone: «Questo era don De Cardona, innamorato di Cristo e in Lui dei poveri, degli ultimi, degli sfruttati dal potere. Questo fu il progetto di Dio su di lui ed egli lo afferrò a 25 anni, facendone col sacerdozio una scelta ed un impegno irreversibile di vita. Vita d’un uomo, vita d’un santo».
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