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Angelo Savelli. Il Maestro del Bianco

Domenico Carelli
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Angelo Savelli. Il Maestro del Bianco
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 CATANZARO, 18 DICEMBRE 2012 – Il MARCA di Catanzaro ospiterà fino al 30 marzo 2013 l’antologica “Angelo Savelli. Il Maestro del Bianco”, inaugurata lo scorso 15 dicembre e organizzata dalla Provincia di Catanzaro con il contributo della Regione Calabria.

 «La mostra proposta al MARCA – chiarisce Alberto Fiz, direttore artistico del MARCA, nonché curatore della rassegna in collaborazione con  Luigi Sansone - è destinata a rappresentare una svolta nell’indagine critica di Savelli, un artista che, nonostante abbia partecipato a cinque edizioni della Biennale di Venezia e sia stato apprezzato dai maestri dell’arte italiana e americana come Lucio Fontana, Piero Dorazio, Barnett Newman e Robert Motherwell, è ben lontano dai riconoscimenti che merita. Questo, probabilmente, è dovuto all’assoluta libertà della sua ricerca, alla sua indipendenza stilistica e al rifiuto di ogni legame di carattere commerciale».

 Attraverso 70 opere, viene presentato un percorso di oltre sessant’anni, dagli esordi romani all’espressionismo astratto, testimonianze dell’artista che da Pizzo Calabro (1911-1995) ha conquistato l’America - già negli anni Sessanta insegnava alla Pennsylvania University di Philadelphia, insieme all’amico astrattista Piero Dorazio, scomparso nel 2005.

 Con dipinti, sculture, ceramiche ed esperimenti informali, “il poeta del bianco” – come giustamente Savelli è stato definito  – stupisce. Il bianco appunto, come uno spazio da riempire, spirituale, come la neve, domina la sua ricerca, il suo universo. «Inizialmente il bianco era legato al soggetto trattato, complementare a questo. In seguito è diventato supporto a se stesso, forza, senza essere legato a null’altro che alla propria energia» asseriva lo stesso Savelli.

 I celebri quadri bianchi fanno la loro apparizione negli anni Cinquanta rivoluzionando il modo di dipingere, a partire dalla superficie: sabbia e bianco di titanio, ma anche corde, evocative di un’infanzia in riva al mare, costituiscono la trama di un sogno, a volte geometrico, scomposto, privo di telaio  o delineato da un sottile velo di nylon.

 In mostra le opere più rappresentative, come Fire Dance (1957), che inaugura il filone bianco, Grande orizzontale (1960), Speranza (1961), Going up (1980), o Where Am I Going (1993-94). Presente anche un prototipo di Dante’s Inferno, tra le sue installazioni più famose.

 Prestiti di musei e istituzioni pubbliche e private, tra cui la Fondazione VAF-Stiftung di Francoforte e il Centro Angelo Savelli di Lamezia Terme (istituito nel 1991), rendono unico questo evento, per conoscere o riscoprire un maestro dallo stile raffinato, inconfondibile, senza tempo.

Il catalogo, in italiano e inglese, è pubblicato da Silvana Editoriale.

(Immagine dal sito del MARCA di Catanzaro)[MORE]

Domenico Carelli
 


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Scritto da Domenico Carelli

Giornalista di InfoOggi

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