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ISTANBUL, 11 DICEMBRE 2013 - La Juve dice addio alla Champions League, ma quanta rabbia al termine di una partita che definire di calcio è fuori ogni raziocinio.
“This is not football!”. Queste le parole che a fine prime tempo Antonio Conte ha rivolto all’arbitro portoghese Proenca. Quasi un presagio nefasto da parte dell’allenatore bianconero, consapevole che in un terreno di gioco del genere a farne le spese sarebbe stata la squadra con il più alto tasso tecnico, ovvero la Juve. Purtroppo i fatti gli hanno dato ragione.
In un campo falcidiato dal ghiaccio e dalle macchine spazzaneve ogni giocata è diventata impossibile. E per una squadra come quella bianconera che fa dell’intensità e del possesso palla il proprio credo tattico, tutto è stato più difficile contro un Galatasaray che poco aveva da perdere. Ma tant’è, dinanzi agli interessi dell’Uefa e con il sorteggio per gli ottavi che incombe, non c’è recriminazione legittima che tenga. A pagarne ne è stato lo spettacolo e appunto la Juventus, che dopo la fatal Perugia adesso dovrà registrare nella sua storia un’altra triste pagina sportiva a causa del maltempo e di scelte scellerate di arbitro e commissari di campo.
Per la cronata più che ad partita di calcio è sembrato di assistere ad un match di rugby, con i giocatori costretti a buttare ripetutamente la palla in “touche”, pardon in fallo laterale, pur di evitare rischi. La Juve a differenza dei primi 30 minuti disputati ieri sera, cerca di imporre i propri ritmi: campo e neve permettendo, s’intende. Ma il primo tempo finisce senza alcuna emozione.[MORE]
Nella ripresa la gara continua col solito leit motive: palla lunga e pedalare. Mettere due passaggi di fila è impossibile, anche se l’intensità agonistica è altissima con i giocatori che in un campo infangato danno battaglia su ogni pallone. L’impressione è che il pericolo sia sempre dietro l’angolo e possa concretizzarsi in qualunque momento. Detto fatto, perché al 40’ arriva la beffa: lancio lungo, sponda di Drogba per Snejder con l’olandese che in diagonale trova l’angolo giusto. L’Ali Sami Yen esplode di gioia, la Juve di rabbia. Bianconeri eliminati: adesso sarà Europa League.
(Immagine da corriere.it)
Giovanni Maria Elia