Coronavirus: Si inseguono le origini dell'epidemia per cercare di fermarla
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Coronavirus: Si inseguono le origini dell'epidemia per cercare di fermarla

venerdì 6 marzo, 2020

Coronavirus partito da 34 casi invisibili Si inseguono le origini dell'epidemia per cercare di fermarla
ROMA, 6 MAR - Sono 34 insospettabili, sfuggiti a ogni controllo perché avevano probabilmente sintomi molto lievi, le persone che avevano lasciato la Cina portando con sé il nuovo coronavirus prima che il focolaio dell'epidemia esplodesse a Wuhan, la città cinese dove tutto è cominciato. Il mercato degli animali vivi di Wuhan non sarebbe stata, però, l'unica fonte di diffusione del coronavirus SarsCoV2 perché l'analisi delle sequenze genetiche spinge a cercarne l'origine anche in altri luoghi.

Addirittura fuori dalla Cina, ha detto lo pneumologo Zhong Nanshan in una conferenza stampa a Guangzhou. E' stata un giallo fin dall'inizio questa epidemia, ma c'è poco da stupirsi considerando che si tratta di un virus mai visto finora e del quale si ignorano ancora moltissime cose, ma nello stesso tempo se ne stanno imparando altrettante. Sono decine gli articoli scientifici che ogni giorno vengono pubblicati sui siti che ospitano i lavori che non hanno ancora superato la revisione della comunità scientifica e che dall'inizio dell'epidemia stanno funzionando come una corsia ad alta velocità per condividere i dati in tutto il mondo.

E' stato per esempio pubblicato sul sito MedrXiv il modello matematico che ha permesso di risalire ai primi 34 casi invisibili che hanno portato il virus fuori dalla Cina. "La dinamica della diffusione del virus è complessa e continua a variare nel resto del mondo", osservano gli autori del modello, Yi Li e Meng Liang dell'Università Fudan a Shanghai. "Non si può escludere - aggiungono - che questi casi esistessero già prima o parallelamente al focolaio di Wuhan". A dire che Wuhan potrebbe non essere stato l'unico punto di origine dell'epidemia è l'analisi di 165 sequenze genetiche del coronavirus: indicano che esistono due ceppi fratelli del virus SarsCoV2, chiamati Tipo I e Tipo II.

Quest'ultimo è quello nato nel mercato di Wuhan ed è il più contagioso, è nato nel mercato di Wuhan e da lì ha cominciato a espandersi con l'aiuto di un super-diffusore, mentre il Tipo I non ha un'origine chiara e potrebbe avere a che fare con 14 dei primi 41 casi che non avevano legami con il mercato di Wuhan. La ricostruzione, dell'università Zhejiang di Hangzhou, è sul sito MedrXiv. Secondo i ricercatori il Tipo II si sarebbe probabilmente evoluto dal Tipo I, grazie a due mutazioni genetiche che lo hanno reso più contagioso.

Il SarsCoV2 potrebbe non essere nato in Cina, ha detto lo pneumologo cinese Zhong Nanshan, celebre per avere scoperto nel 2003 il coronavirus responsabile della Sars (Severe acute respiratory syndrome), quando era a capo dell'Istituto per le malattie respiratorie di Guangzhou. Secondo l'esperto l'epidemia è apparsa per la prima volta in Cina, ma non è necessariamente nata in Cina; citando l'Organizzazione MOndiale della Sanità (Oms), ha infine rilevato che la diffusione del virus è una questione globale e il lavoro per rintracciarne la fonte è ancora in corso.


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