Da dove gli vengono queste cose? XIV Domenica del Tempo Ordinario
Parola e Fede Calabria

Da dove gli vengono queste cose? XIV Domenica del Tempo Ordinario

sabato 4 luglio, 2015

Vangelo della Domenica
Partì di là e venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando.

Breve Pensiero spirituale

L’uomo di carne vede le cose secondo la carne; l’uomo di spirito vede le cose secondo lo Spirito. Gesù, visto con gli occhi di carne è il Figlio di un falegname, poca cosa, povera gente. Gesù visto con gli occhi delle fede, è il Figlio di Dio. Dobbiamo scegliere come guardare noi e gli altri. [MORE]

Gesù, nella sinagoga di Nazaret, si rivela nella pienezza della verità scritta per Lui da Padre. Si noti bene. È il Padre che ha deciso ciò che Cristo Gesù dovrà dire ed operare. È stato Lui ha stabilire ogni cosa. È il Padre sempre che dal primo istante del suo concepimento nel seno della Vergine Maria lo ha condotto, guidato, mosso, consegnandolo interamente allo Spirito Santo. Possiamo affermare che Cristo Gesù è tutto e sempre dal Padre.
Gesù non viene da scuole umane, decisioni umane, pensieri umani, soluzioni umane. Come vero uomo viene da una Madre Vergine e da una Vergine Madre, ma questo nessuno lo sa. Nessuno sa ancora che Lui è stato concepito per opera dello Spirito Santo e nessuno sa che Lui è il Figlio Eterno del Padre. Quelli di Nazaret lo vedono come il figlio di un falegname povero, semplice, umile, senza alcuna appartenenza alla gente che umanamente conta.

Questo li scandalizza perché loro hanno occhi e pensieri umani e non riescono a fare un salto in avanti. Essi vivono in una storia, ma senza la verità della loro storia. Non sanno che sempre il Signore ha scelto gente semplice, umile, povera, piccola, e si è servito di queste persone come suoi strumenti per far risuonare la sua parola e per compiere le opere della sua salvezza. Davide, prima che fosse elevato alla dignità di re, era un umile pastore. Era tanto umile che il padre neanche lo ha convocato per presentarlo a Samuele.

Chi vuole comprendere Dio nelle sue opere deve sempre ricordarsi la verità piena della storia vissuta da Dio con gli uomini. Anche Gesù per rinnovare il mondo non sceglie persone di alto livello, alta cultura, alta ricchezza. Si serve di umili pescatori, di persone semplici, di gente che agli occhi del mondo non conta nulla. Dio vuole che sempre, in ogni cosa, tutto si riveli come opera sua e nulla come opera dell’uomo. È Dio che opera tutto in tutti, sempre.

Gesù di questa incredulità si meraviglia, perché è immotivata. La sua “piccolezza e pochezza umana”, entra a pieno titolo nel paradigma delle opere di Dio. Per creare il cielo e la terra ha preso il nulla. Per creare l’uomo ha preso la polvere del suolo. Per liberare il suo popolo ha scelto un uomo ormai vecchio di ottanta anni. Per annunziare la sua parola ha scelto persone sconosciute. Si è servito anche di adolescenti, come Samuele o di giovanissimi come Geremia.

È Dio, il Padre, che rende idonea una persona per le sue opere. È Dio che giorno per giorno fa la persona che deve fare le sue opere. Non è la famiglia, non sono i vicini e né i lontani, non sono le alte scuole e neanche le università, non sono le ricchezze e neanche le povertà. È solo Lui, il Signore, che fa colui che deve fare le sue cose. Sempre dal Signore si deve lasciare fare colui che vuole fare le opere del Signore. È legge perenne. Sarà sempre così.

Nell’incredulità Gesù però non opera. Lui mai sfida l’incredulità della gente. In Gesù si deve credere per la parola che Lui dice. La verità della parola va verificata nell’agire storico di Dio sempre. Quelli di Nazaret avrebbero avuto ogni buon motivo per credere nella manifestazione fatta da Gesù sulla sua verità. Evidentemente essi non conoscono Dio, né il suo agire nella storia. Essi vivono in una religione, ma non nella sua verità. Vivono di una fede non fondata nella vera rivelazione. Spesso questo accade. La storia stanca la fede, la sbiadisce, la soffoca, la fa arretrare anziché farla progredire e avanzare. Per questo Gesù è venuto: per rimettere il Padre sul candelabro della storia in modo che la sua verità brilli in tutto il suo splendore. Ora però Gesù sa quanto sarà difficile la sua opera. Dovrà lottare contro muri di bronzo. Sarà addirittura impossibile scalfirli. Questa loro chiusura al vero Dio sarà la causa della sua morte per crocifissione. Nazaret che si scandalizza è immagine di tutto un popolo che si scandalizza e si ritira da Lui. È immagine di una fede arretrata e ridotta a sistema religioso senza verità.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, liberateci da ogni religiosità morta.

Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it

 


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