Economia italiana: lenta ripresa e disoccupazione alta
Economia Lazio

Economia italiana: lenta ripresa e disoccupazione alta

mercoledì 25 maggio, 2011

PARIGI, 25 MAGGIO – Suggerimenti per la politica economica italiana da parte dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico. L’Ocse, nel suo Outlook economico semestrale diffuso oggi, richiede all’Italia il mantenimento di una stretta vigilanza sui conti pubblici. [MORE]


Nonostante il debito sia in via di diminuzione, dopo aver raggiunto un deficit inferiore a quello previsto nel 2010, il rapporto tra debito e Pil rimane ad ogni modo elevato. Inoltre la previsione di tassi di interesse in salita nel medio termine lascia immaginare un possibile aumento del costo del finanziamento del debito. L’organizzazione parigina ritiene che sia necessario mantenere un attento controllo sulla spesa e sui miglioramenti nelle entrate fiscali per poter mantenere gli obiettivi di bilancio. Al governo viene successivamente ricordato come debbano essere necessariamente portate a termine le priorità previste nel piano nazionale allo scopo di ridurre il peso del debito migliorando il potenziale dell’economia.


L’economia italiana prosegue su un percorso di debole ripresa con un mercato del lavoro che non vede grandi miglioramenti. Il problema disoccupazione è grave e urgente. L’Italia è al di sotto della media Ocse rispetto all’indicatore dell’occupazione femminile. Il livello di disoccupazione generale non è certo in condizioni migliori. Ciò incide fortemente sulla stabilità economica di individui e famiglie e di conseguenza sul livello dei consumi. L’Ocse nota come “la disoccupazione scenderà solo lentamente in parte perché l’iniziale miglioramento della domanda sarà assorbita dalla riduzione dell’utilizzo del lavoro a tempo determinato”. L’organizzazione prevede un livello di disoccupazione dell’8,4% nel 2011 che scenderà a 8,1% nell’anno successivo.


La situazione del mercato del lavoro è drammatica e la ripresa dell’economia italiana fatica dunque a decollare. Non è dello stesso parere il ministro dell’economia Giulio Tremonti il quale sottolinea un “progresso rispetto all’anno scorso” durante la riunione ministeriale dell’Ocse. Tremonti continua a ritenere il nostro sistema economico sotto controllo mentre questo continua ad essere al centro delle analisi condotte da organismi internazionali ed agenzie di rating.


Pochi giorni fa gli analisti dell’agenzia di rating Standard & Poor’s hanno spiegato come i rischi al ribasso per l’economia italiana siano aumentati. Secondo Frank Gill, direttore sui rating sovrani europei dell’agenzia, l’Italia ha ancora “un’alta capacità di credito” ma sono necessarie riforme strutturali e politiche fiscali. L'incertezza politica pesa sulle aspettative di crescita, che si riducono, e nel contempo aumentano i rischi legati al piano di riduzione dell'indebitamento per il 2011-2014. Parte da qui la motivazione con la quale Standard & Poor's ha rivisto l'outlook sul rating dell'Italia da stabile a negativo. S&P mette poi in rilievo la “fragilità dell'attuale coalizione di governo”, l'”incerto impegno politico nelle riforme tese a migliorare la produttività” e il “potenziale stallo politico che potrebbe contribuire a uno slittamento delle riforme fiscali”.


“La ragione per cui S&P's ha deciso questa mossa mi è sconosciuta, ma dal nostro punto di vista nulla è cambiato”, sottolinea Pier Carlo Padoan, capo-economista e vice segretario generale dell'Ocse, fermo nella convinzione che le agenzie di rating «non guidano, ma si fanno guidare». Ha inoltre aggiunto “I fondamentali dell'Italia dal punto di vista di sostenibilità del debito sono solidi e non sono certamente i fondamentali della Grecia”.
Italia quindi bocciata da S&P ma promossa, con una scarsa sufficienza, dall’Ocse. La crescita della Penisola continua ad essere troppo bassa ed inadeguata e questo problema deve essere risolto in maniera drastica, con riforme innovative, attenzione all’istruzione, all’occupazione giovanile ed al miglioramento del benessere delle famiglie.
 

Filomena Maria Fittipaldi


Autore
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