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IL CAIRO, 13 GENNAIO 2014 – L'Egitto è chiamato a votare la propria Costituzione, in un referendum che avrà luogo il 14 gennaio e che prevede alcune modifiche della carta dal precedente referendum del 2012 sostenute dall'esercito. I cambiamenti includono l'esclusione di partiti pro-islamici, già preannunciata dopo la caduta di Morsi e la messa al bando dei Fratelli Musulmani, e che detta la linea dell'esercito a seguito del “golpe”. È dal 3 luglio che il dissenso si fa strada tra le strade della capitale, nelle proteste di centinaia di sostenitori di Morsi, ma in tanti sono stati uccisi o arrestati. Secondo i media locali, si prevederà un'affluenza sostanziosa, con feedback positivi a favore della nuova Costituzione.
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Coloro che si schierano contro, frattanto, hanno intrapreso una battaglia mediatica contro la riforma, principalmente tappezzando la città di manifesti che invitavano a votare “No”. Sette egiziani sono stati arrestati, colti in flagrante armati di colla e poster, con l'accusa di far parte di organizzazioni di matrice terroristica, tesa a sovvertire il potere e pronta a aizzare le masse contro polizia ed esercito. Gli attivisti, arrestati in tre situazioni separate, sono stati interrogati dai pubblici ministeri, e gli è stato principalmente chiesto il loro orientamento politico. La situazione è attentamente seguita da osservatori internazionali, che hanno espresso preoccupazione per gli arresti, intesi come una minaccia al diritto di voto e alla libertà di espressione.
Foto: aljazeera.com
Dino Buonaiuto
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