In Ungheria danno fuoco alle bandiere dell'Unione Europea

lunedì 16 gennaio, 2012

BUDAPEST, 16 GENNAIO 2012- L’Ungheria sta attraversando una delicatissima fase politica ed economica. La svolta autoritaria del primo ministro conservatore Viktor Orban, ha irritato non poco Bruxelles. L’Ue ha deciso di stanziare fondi per risollevare la disastrata economia magiara e il Governo si è mostrato possibilista nel rendere più “morbida” la propria linea di politica interna. [MORE]

Gli accordi appena varati prevedono aiuti finanziari da parte dell’Ue e del Fondo monetario Internazionale. Tuttavia l’ipotesi di un miglioramento delle condizioni economiche non raffredda il forte sentimento antieuropeista presente in Ungheria. Il rifiuto delle istituzioni e del ruolo dell’Ue è uno dei capisaldi del partito di estrema destra Jubbik, seconda forza politica dell’opposizione. Il partito ha guadagnato 47 seggi in Parlamento nelle elezioni del 2010. E ad esso appartengono 3 dei 22 rappresentanti ungheresi in seno al Parlamento europeo. Lo stesso partito si è reso, più volte, protagonista nell'innalzare i toni dello scontro politico e sociale nel Paese.

Sabato pomeriggio migliaia di militanti e simpatizzanti del partito Jubbik hanno sfilato per le vie della capitale, Budapest. L’obiettivo della manifestazione è stato la richiesta di un referendum per dire addio all’Unione Europea. «Ora basta, bisogna uscire dall'Unione», ha urlato dal palco il leader del partito Gabor Vona, tra le grida di approvazione degli astanti. In seguito, il parlamentare Elod Novak ha afferrato una bandiera europea e le ha dato fuoco, accendendo non solo il drappo blu con le dodici stelle ma anche gli animi dei manifestanti. Una presa di posizione netta ed eclatante che, inevitabilmente, ha sollevato un polverone di polemiche.

L’Ungheria, non solo, è costretta ad affrontare l’incubo della bancarotta ma deve fare i conti, tra svolte autoritarie e rigurgiti antieuropeisti, con una situazione politica e sociale allarmante.

Davide Scaglione

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