InArt- Intervista a Sergio Angeli
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InArt- Intervista a Sergio Angeli

domenica 27 ottobre, 2013

ROMA, 27 OTTOBRE 2013 - Questa settimana la rubrica InArt presenta un artista capace di rappresentare la realtà filtrata solo dalla propria esperienza, opere in cui il vissuto prende forma passando dall’occhio dell’autore, diventando colore, idea concretizzata di un fluire di sensazioni e di contrasti: Sergio Angeli. Aspetti talvolta anche molto crudi della realtà si materializzano nelle opere di Angeli, attraverso colori che lasciano intendere un mondo interiore dell’artista tutt’altro che scosso dalla crudeltà, ma piuttosto distante da essa, quasi l’espressione di uno spettatore esterno che è, però, al contempo coinvolto emotivamente.
Pittore di grande esperienza, Angeli realizza la sua prima personale a soli 24 anni, nel 1996, passando da Roma ad Honolulu in soli due anni, attraverso varie altre manifestazioni artistiche in Italia. Parafrasando il ciclo di opere di Angeli “confessioni di un artista”, diciamo che “l’artista ha confessato” ai microfoni di Infooggi.it gli aspetti più intimi della propria arte.


Ciò che risulta evidente nelle sue opere è la contraddizione tra le tematiche trattate e le modalità in cui ciò avviene. La realtà non la scuote fino in fondo. C’è in questo una volontà inconscia di protezione della parte più intima di sé, sebbene questa voglia comunque trovare espressione nell’arte?

“Proteggere la propria spiritualità credo sia necessario affinché si possa esprimere nella maniera più pura e meno condizionata possibile ciò che si prova, le proprie emozioni, stati d'animo e sensazioni. Intimità come tesoro prezioso, come mezzo asettico per indagare nel profondo dell'animo umano”.

Da cosa nasce la scelta di tematiche tanto forti?

“Le tematiche trattate nei miei lavori sono frutto di esperienze vissute e in alcuni casi sognate. Ogni ciclo nasce da una visione, scaturita da emozioni provate quotidianamente in prima persona. La nascita di un ciclo è come il bisogno di esorcizzare quello che provo in un determinato momento della mia vita. Non c'è una costruzione complessa, nasce di getto, quasi istintivamente, fisso subito la sensazione iniziale, ne elaboro il concetto e lo sviluppo nel tempo su supporti e misure appositamente scelte per la serie di opere in questione”.

E’ sempre coerente al suo sentire la realtà da lei rappresentata?

“Credo ci sia una coerenza nel risultato ottenuto, credo ci sia un filo conduttore tra la realtà e il visionario. Una visione deve pur essere figlia di una realtà vissuta, provata sulla propria pelle. Assecondo molto i miei stati d'animo, preferisco non fuggire dalle mie emozioni, neanche da quelle oscure e violente. C'è coerenza in alcuni casi tanto da diventare ossessione, quadri che diventano seriali, sacrificio costante nel proseguire un cammino intrapreso per raffigurare la mia vita fatta di passione,miseria, felicità, dolore e di febbrile attesa per qualcosa di impalpabile eppure visibile, con il mio occhio dell'anima. Non potrei mai ingannare il mio sentire la quotidianità. Cesserei di essere quel che sono”.

Le parole, i pensieri, il dire sono l’aspetto primigenio delle sue rappresentazioni artistiche. Quanto contano queste nell’ispirazione di esse?

“La parola ha una grande importanza nella mia vita, tant'è che ne faccio un uso scrupoloso e senza spreco. Nel mio lavoro la parola ha un posto di privilegio e non secondario. Ogni parola incarna un pensiero, lo rende percettibile, gli da un peso. Avvicina il fruitore che si misura con l'opera finale, altrimenti criptata da una spiritualità dominante. Accompagno sempre con molte parole i cicli pittorici, addirittura in molti casi i titoli assomigliano a testi di poesia. E' come se tentassi di rendere palpabile la mia visione, popolare e percettibile a più persone possibili”.

Dalla parola alla materia. Quando e perchè il passaggio?

“La parola per me è stato un modo per capirmi, indagare dentro me. La nascita di un pensiero era frustrante per me, perché non riuscivo a dargli una connotazione realistica, cosi ho usato la parola per scovare la mia spiritualità. Nel tempo ho imparato a capire il peso di ogni parola, gli ho dato una connotazione e l'ho trasformata in pittura o meglio l'ho resa testimone di quello che provo realmente. E' stata una ricerca graduale, negli anni, iniziata dopo un periodo di sperimentazione materica e stilistica. La mia spiritualità oggi sarebbe impalpabile senza la parola che ne accompagna i frutti tramutati in arte. Spiccherebbe la mia visione più intima, senza lasciare scampo a chi si volesse avvicinare al mio pensiero”.


L’ultima mostra evento realizzata dall’artista Sergio Angeli è stata KILANA, presso PassOverLab, Roma, nel Settembre 2013. Le opere dell’artista sono visibili in permanenza presso Galleria Spazio 40, Roma, e la prossima personale di Angeli sarà visibile presso Spazio Ginko, Roma, nel Marzo 2014.

Katia Portovenero 

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