Le tre grandi verita' del Natale
Fantasticherie del cuore Calabria

Le tre grandi verita' del Natale

mercoledì 27 dicembre, 2017

Il mistero del Natale si ripresenta, oggi come ieri, per ricordarci che l’incontro con Gesù bambino è l’opportunità per l’uomo, così come fu per i pastori, di annunciare la venuta del Redentore a sé stessi e a tutte le persone con cui si vive e scoprire quelle tre verità presenti sulla strada diretta alla grotta di Betlemme. La prima verità è che il Signore per attuare le sue profezie non si serve sempre e solo dei profeti. Lo Spirito Santo può soffiare nella mente e nel cuore di ogni uomo, per poter portare a termine i disegni divini preavvisanti la salvezza del mondo. Succede così nel momento in cui Giuseppe e Maria devono raggiungere Betlemme, luogo scelto per il compimento della più grande promessa di Dio, come ci ha ricordato la voce calda del nostro lettore.[MORE]

È Cesare Augusto che, ordinando in quei tempi un censimento di tutto l’impero, mette nelle condizioni Giuseppe di partire con Maria per quella località che sarà teatro di mistero per il Natale del Figlio dell’Uomo. La seconda verità è che Giuseppe e Maria sono obbedienti alla storia, lanciando inconsapevolmente un monito alle generazioni future, fino ai nostri giorni e oltre. Nel vangelo ogni gesto infatti narra della loro obbedienza, quale offerta purissima a Dio. Nonostante vengano posti dinnanzi alla scelta della povertà, potremmo dire estrema, non si fermano, non la rifiutano, la scelgono. Hanno fede nel Signore, perché sanno che tutto ha origine in Lui. Niente e nessuno può ostacolare la serenità preservata nel loro cuore. La grotta, la stalla, il freddo, il buio, non riducono la bellezza del dono che ricevono dall’alto.

Invano il tentativo di sostare in una delle locande presenti in quel territorio. Sono colme di gente e perciò anche inadeguate per una donna in procinto di partorire. Il messaggio è forte! Scuote in profondità una società che ha perso una siffatta visione soprannaturale della vita, capace di far ritrovare l’autentico significato delle cose. Se si considera il tutto proveniente da sé stessi, sarà inevitabile rendere conto del proprio operato solo agli uomini e non al Creatore. Le conseguenze non potranno che essere fuori da ogni grazia! Si riuscirà in tale contesto a rimodulare persino la natura dell’essere umano; si accetteranno più facilmente i compromessi al ribasso; si prefabbricheranno i diritti a proprio uso e consumo; si perderà la capacità del cuore di ascoltare i sussurri dello Spirito, mettendo in discussione l’equilibrio sociale.

Quando manca l’aspetto ontologico della natura umana si rischia di scalfire e pregiudicare la verità dell’uomo, assumendo tutto quello che una tale iattura comporta. La terza verità è interamente rivolta a fare proprie le parole dell’angelo, per concorrere nel portare all’esterno la lieta novella: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” (Lc 2,10-12). È il momento di interrogarsi con piena trasparenza interiore, chiedendosi se il Signore sia nato veramente per noi; se si riesca a far nostro questo dono straordinario; se ognuno sappia lasciarsi trasformare da esso. Gli interrogativi sono ancora tanti, ma necessari per smuovere le coscienze e rasserenare i cuori. “Buon Natale”

Egidio Chiarella

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