Legalizzazione della cannabis: riparte l’iter in Parlamento
Cronaca Lazio Roma

Legalizzazione della cannabis: riparte l’iter in Parlamento

martedì 20 aprile, 2021

La questione della legalizzazione della cannabis in Italia è tornata alla ribalta anche dal punto di vista politico: come riporta l’edizione online de La Stampa, mercoledì 7 aprile, in Commissione Giustizia, l’Ufficio della Presidenza ha organizzato un calendario all’interno del quale trova posto l’iter delle proposte di legge per legalizzare l’uso della cannabis nel nostro paese. Il presidente della Commissione, il deputato M5S Mario Perantoni ha dichiarato che “la materia fa parte della cronaca quotidiana del paese e richiede un intervento legislativo al quale il Parlamento deve dare risposte adeguate”.

Le reazioni alla riapertura dell’iter normativo ha scatenato reazioni politiche dai toni contrastanti; Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia, ha dichiarato che “l’erba deve stare nei prati; Draghi sì, droghe no”. Anche Claudio Borghi (Lega) è stato piuttosto critico: “Le ragioni che ci hanno spinto a formare questo governo vanno oltre la cannabis o la legge Zan”.

Di tono completamente diverso le reazioni di Sinistra Italiana, ed in particolare di Nicola Fratoianni e Giovanni Paglia; il primo ha affermato che “legalizzare la cannabis sarebbe l’unica cosa seria da fare, combattendo la malavita organizzata e portando più soldi nelle casse dello Stato”. Il secondo, invece, sostiene che in Parlamento ci sia la maggioranza per approvare la legge Zan e la legalizzazione della cannabis. “Non dobbiamo restare nel Medioevo per non turbare l’equilibrio ministeriale del governo; ci sono mille ragioni” - ha aggiunto - “noi ci siamo, andiamo avanti come treni”.

Le proposte di legge al vaglio

Il 12 aprile si è aperto formalmente l’iter parlamentare per la legalizzazione della cannabis; le proposte di legge attualmente sul tavolo sono tre: a quelle di Riccardo Molinari (Lega) e Riccardo Magi (Più Europa), si è aggiunta la proposta del MoVimento 5 Stelle, a firma di Caterina Licatini ed Eugenio Saitta, la cui pdl punta ad introdurre una norma che consenta di coltivare le piante di cannabis in forma domestica per uso personale, nel solco di quanto stabilito di recente da una sentenza della Corte di Cassazione (n. 12348 del 16 aprile 2020), apportando una lieve modifica al testo unico sugli stupefacenti. In particolare, il testo proposto dai due deputati prevederebbe di non applicare le disposizioni contenute negli articoli 73 e 75 del testo unico sugli stupefacenti, eliminando l’ipotesi di reato per detenzione e produzioni di piccole quantità di cannabis per uso personale. La proposta del leghista Molinari, invece, punta ad inasprire le pene per le ipotesi di reato più lievi (produzione, traffico e detenzione) mentre quella di Magi è di segno opposto.

Qual è la situazione attuale?

Le norme attualmente vigenti in Italia consentono soltanto di acquistare e consumare alcuni derivati della cannabis - hashish e marijuana - definiti “light”; questa definizione informale viene applicata ai prodotti che presentano una concentrazione di THC (il principio attivo responsabile degli effetti psicotropi della cannabis) inferiore allo 0.5%. Sebbene la Corte di Cassazione abbia stabilito, nel 2020, che la produzione privata di una modesta quantità di canapa sativa destinata ad uso personale non costituisca reato, il percorso per la legalizzazione della cannabis (per raggiungere la tolleranza che, ad esempio, vige nei Paesi Bassi) è ancora molto lungo. Di conseguenza, per non incorrere in ripercussioni di tipo legale, bisogna rivolgersi a rivenditori autorizzati che vendono prodotti certificati, con indicazioni chiare circa la concentrazione di THC. A questo proposito, è possibile rivolgersi sia ai negozi fisici sia ai weed shop di cannabis legale online, come ad esempio prodotti-cannabis.it. Non a caso, grazie agli e-commerce di settore il commercio elettronico è in forte crescita in relazione a questa particolare categoria merceologica, non solo per la praticità della modalità di acquisto digitale ma anche per la maggiore privacy garantita agli utenti.


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