Maestro, non t'importa che siamo perduti? - XII Domenica del tempo ordinario
Parola e Fede Calabria

Maestro, non t'importa che siamo perduti? - XII Domenica del tempo ordinario

sabato 20 giugno, 2015

Vangelo della Domenica
In quel medesimo giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».

Breve pensiero spirituale
La storia per ogni uomo è sempre un mare in grande tempesta. Un momento c’è la quiete e un momento dopo si alzano onde altissime che sembra non esserci scampo per nessuno. Certamente, la vita cosa ci insegna? Questo mare, a volte calmo e a volte burrascoso va va attraversato. Dalla riva della terra si deve raggiungere l’altra riva dell’eternità. In questo passaggio ci viene offerta una barca molto molto forte, la Chiesa. All’uomo la scelta: salire sulla barca della Chiesa, sulla quale è salito anche Cristo Signore, oppure prendere altre barche. [MORE]

Gesù però non è in esse. Gesù è solo su una barca. È su quella dove vi è Pietro. Sulle altre barche Lui non sale perché non sono sue, non sono la sua Chiesa. Lui e la sua Chiesa sono una sola barca, non due. Dove è Pietro vi è Lui. È questa la sua barca. Dove non vi è Pietro, Lui non vi è. Quella non è la sua barca. Sono barche che si sono fatte e si fanno gli uomini. Non sono barche che fa Cristo Gesù. Lui ha fatto una sola barca: quella sulla quale vi è al timone Pietro.

Da quando essa esiste, la storia ci attesta che la barca della Chiesa sempre viene aggredita da onde selvagge. Quante strane preoccupazioni stanno aggredendo oggi l’uomo? Quante domande inutili su ciò che è giusto o non giusto, sapendo già qual è la risposta. Queste onde vorrebbero sommergerla, affondarla. Queste onde devono sapere una grande verità: Cristo è inaffondabile. Quando il mare in tempesta lo voleva sommergere, affondare, Lui andò nell’Orto degli Ulivi, pregò intensamente il Padre, trasformando il suo sudore in sangue, e il vento smise si agitarsi. Lui continuò il viaggio e sulla croce vi fu una grande bonaccia. Il mare grosso della croce non lo fede cadere. Anzi proprio dalla croce Gesù manifestò al mondo la sua più grande santità, rivelò la grandezza del suo amore, della sua compassione e misericordia. La sua barca mai potrà affondare, perché Lui sa sempre come metterla nelle mani del Padre in ogni tempesta.

Gli Apostoli vengono sopraffatti dalla paura. Temono di affondare e svegliano Gesù. Gli chiedono di fare qualcosa. Lui può fare qualcosa. Deve farla. Gesù comanda al mare e al vento. Il vento tace e il mare si fa una grande bonaccia. Rimprovera però i suoi discepoli per la loro assenza di fede. Qual è la fede che Gesù chiede ad ogni suo discepolo? Gli chiede la fede nella verità della barca, che è la Chiesa. Questa mai affonderà. Lui è in essa e non può affondare. Se la Chiesa affondasse, Lui non sarebbe il Redentore dell’umanità, ma solo di una parte di essa. Verrebbe a mancare nella storia lo strumento, la via, il sacramento della sua salvezza. Questa fede deve sempre avere il vero discepolo di Gesù. Senza questa fede, si crolla.

I venti possono anche soffiare, la pioggia può anche cadere, il mare si può anche infuriare, la barca non affonderà mai. Quando al Signore serve la tempesta per attestare la sua onnipotenza, tempesta sarà. Quando gli serve un Golgota e un crocifisso, vi sarà un Golgota e un crocifisso. Ma sarà sempre Lui il Vincitore sul Golgota e sulla croce. Chi è nella barca nulla si deve chiedere. Deve solo avere fede. Quanto avviene serve al Signore per manifestare la sua gloria. Una sola cosa deve fare il passeggero di Cristo Gesù: restare perennemente ancorato all’ascolto della sua voce. A Lui va data ogni obbedienza. Ogni altra cosa sarà Lui a farla per noi. È Lui il Signore della barca e Lui la conduce secondo le esigenze della sua più grande gloria. È la nostra fede di sempre.

Don Francesco Cristofaro
www.donfrancescocristofaro.it

 

 


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