Marcello Landini a Napoli contro il Jobs Act
Politica Campania

Marcello Landini a Napoli contro il Jobs Act

lunedì 17 novembre, 2014

NAPOLI, 17 NOVEMBRE 2014 - Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, oggi è in Campania per partecipare ad una serie di assemblee in fabbrica convocate alla Whirlpool di Napoli alle ore 11.30, alla Indesit di Marcianise, Caserta, alle 13.15, all'Ansaldo Breda di Napoli alle 14,30 e davanti ai cancelli dell'Alenia Aermacchi di Pomigliano d'Arco alle ore 16.

Landini contro il Jobs Act

Una ricca ed intensa giornata Campana per Landini, che presidierà le varie assemblee di fabbrica per meglio organizzare la manifestazione generale del 21 novembre, promossa dai metalmeccanici Cgil per il Centro-Sud Italia, che si terrà a Napoli contro il Jobs Act.

Otto ore di stop decise per venerdì 21 e accompagnate da un lungo corteo che partirà da piazza Mancini, alle 9.30, e che vedrà riunite le tute blu in marcia verso piazza Matteotti, dove lo stesso Landini concluderà il comizio al quale parteciperanno delegati di diverse industrie del Mezzogiorno e il segretario confederale della Cgil Franco Martini.

"Non è che dando la possibilità di licenziare più facilmente si risolvono i problemi. Per dirla tutta, temo che in aree come il Mezzogiorno, come la Campania e Napoli, dove l’economia reale è fin troppo spesso preda della criminalità e dove la coesione sociale rischia di essere definitivamente spazzata via, se si abbassano le tutele e si sgretola lo Statuto dei lavoratori la situazione possa diventare ancora peggiore. Con gli stessi clan pronti ad approfittarne". Così Landini arriva subito al nocciolo della questione; non è di certo un tipo che gira attorno ai problemi.

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Secondo il sindacalista Landini, il governo avrebbe escluso il sud dalle politiche economiche; ed inoltre fa sapere che "il Mezzogiorno è stato messo in un angolo, dimenticato. E poi se uno pensa che comprimendo le tutele e i diritti si possa rilanciare un’area del Paese dove ormai ci sono meno di sei milioni di occupati, dove il 50% dei giovani si danna per trovare un impiego e dove chi viene espulso dal ciclo produttivo quasi certamente non rientrerà più in un’azienda. Tutto questo, peraltro, finisce indirettamente col favorire una criminalità organizzata che sta facendo sempre più breccia nei gangli dell’economia".

Landini promuove un piano per il Meridione, atto a migliorare sia le condizioni economiche dei cittadini, sia quelle lavorative: " Per prima cosa bisognerebbe mettere in campo un piano straordinario di investimenti (soprattutto) pubblici, recuperando le risorse con una seria lotta all’evasione, al sommerso, alle mafie e alla corruzione. Per portare la banda larga e l’alta velocità dappertutto; per sviluppare la logistica. E occorrono risorse anche per i contratti di solidarietà, strumento indispensabile per combattere la disoccupazione, tanto più che, come dicevo prima, quando al Sud si perde il posto è praticamente impossibile rientrare nel sistema produttivo. Non da ultimo, bisognerebbe fare in modo che i beni sequestrati ai clan, in particolar modo le aziende, possano entrare realmente nel circuito dell’economia pulita. Altrimenti uno che viene licenziato da un’impresa confiscata a una cosca, e mi riferisco ovviamente a una persona perbene che nulla aveva a che fare con certi loschi affari, potrebbe pensare che quando c’era l’antistato lavorava mentre con lo stato se ne va a casa".

Parole dure quelle di Landini che incoraggia al cambiamento, alla rinascita del Sud, e si scaglia contro le politiche del Governo che in questo modo non fanno altro che incentivare i malaffari del meridione.

 

 

(foto:controlacrisi.org)

Filomena I. Gaudioso

 

 


 


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