Ndrangheta: "rifiuti"  usata società confiscata, arresto amministratori
Cronaca Calabria Catanzaro

Ndrangheta: "rifiuti" usata società confiscata, arresto amministratori

martedì 19 ottobre, 2021

CATANZARO, 19 OTT - Una società confiscata dal 2007 e nonostante questo ancora utilizzata per schermare le attività illecite nello smaltimento dei rifiuti. 

E' emerso anche questo nel corso dell'inchiesta "Mala pigna" condotta dai carabinieri Forestali e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria che ha portato all'arresto ai domiciliari degli amministratori della società in questione, la "Delfino s.r.l.", facente capo all'omonima famiglia. I due, Giuseppe Antonio Nucara e Alessio Alberto Gangemi, sono indagati in qualità di amministratori giudiziari della società nominati dal Tribunale sezione Misure di prevenzione e successivamente quali coadiutori, giusta nomina da parte dell'Agenzia Nazionale per l'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati. 

I due sono accusati, si legge nel capo di imputazione, in quanto "hanno concretamente e stabilmente partecipato alle attività delittuose del gruppo, adoperandosi, pur nella piena consapevolezza dello spessore criminale di Giovanni Delfino per consentirgli di disporre della società Delfino Srl unitamente al fratello Rocco Delfino cosi consentendo che il sodalizio utilizzasse la società confiscata al fine di acquisire e vendere rifiuti a favore della società Ecoservizi Srl". 

Per quanto riguarda la figura dell'avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, dalle indagini sarebbero emersi i rapporti tra lui, l'indagato Rocco Delfino e Aurelio Messineo ritenuto un fedelissimo del boss Pino Piromalli detto "Facciazza". 

Oltre a veicolare informazioni dall'interno all'esterno del carcere tra i capi della cosca Piromalli, per l'accusa Pittelli si sarebbe attivato a favore di Rocco Delfino nelle vicende giudiziarie riguardanti la revisione del procedimento di prevenzione nei confronti della società in confisca "Delfino srl", pendente dinanzi al Tribunale di Catanzaro Sezione Misure di Prevenzione, con l'intento di "influire" sulle determinazioni del Presidente del Collegio al fine di ottenere la revoca del sequestro di prevenzione, nonché con una serie di ulteriori condotte che avrebbero esulato dal mandato difensivo. 

Il blitz contro la cosca Piromalli è scattato stamattina all'alba in provincia di Reggio Calabria, e in quelle di Catanzaro, Cosenza, Ravenna, Brescia e Monza-Brianza. I carabinieri forestali hanno eseguito anche un decreto di sequestro preventivo per cinque società operanti nel settore dei rifiuti. I reati contestati a vario titolo sono associazione di tipo mafioso, disastro ambientale, traffico illecito di rifiuti, intestazione fittizia di beni, estorsione, ricettazione, peculato, falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, violazione dei sigilli e danneggiamento aggravato. 


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