"Nella casa", storie dal buco dell'Ozon
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"Nella casa", storie dal buco dell'Ozon

martedì 28 maggio, 2013

Nella casa di Francois Ozon: la recensione. Questi giovani d’oggi: chiedi loro di scrivere un tema sul loro ultimo fine settimana, per stimolare la scrittura creativa, e ti ritrovi con un malloppo di fogli protocollo in cui si parla di pizza e playstation. Depreca, il Professor Germain (Fabrice Luchini), depreca l’“invasione barbarica” di una generazione di liceali ottusi e dall’orizzonte limitato. Ma il giovane Claude Garcia (Ernst Umhauer) lo incuriosisce, con un compitino in cui racconta come si sia intrufolato nella casa dell’amico Rafa (Bastian Ughetto), dandogli lezioni di matematica, e finendo – ma forse aveva sempre voluto farlo – per diventare un po’ il quarto membro della famigliola, un po’ la spia. Che veniva dal freddo di una famiglia senza madre e col padre sulla sedia a rotelle.[MORE]

Nella casa di Francois Ozon è il racconto dell’incontro tra un professore frustrato ed un adolescente smarrito. Scrittore fallito in gioventù, probabilmente perché troppo severo verso se stesso, il Professor Germain proietta le sue aspirazioni sul giovane Claude, non avendo peraltro figli; ma è anche vero che il giovane, senza una madre e troppo precocemente chiamato a fare da badante al padre, ricambia l’investimento libidico del suo tutore, in cerca di un mentore che funzioni da figura paterna. Un problema di psicanalisi? Tutt’altro: costruire personaggi, tanto per il professore quanto per l’alunno, trapassa dal movente psicologico alla sfida letteraria. Germain diventa, prima con sottigliezza poi con invadenza, il mandante\committente delle incursioni di Claude nella casa di Rafa, perché possa trarre dalla situazione vissuta una linfa creativa; a sua volta, il ragazzo (non) termina i capitoli di questa sorta di romanzo di appendice, lasciandoli aperti con dei “…continua…” accuratamente contornati da puntini sospensivi, perché l’avventura dell’esplorazione non si concluda.

SE UNA NOTTE D'INVERNO UNO STUDENTE... - Se alle ricognizioni di Claude nella casa dell’amico corrisponde l’andamento da thriller del film di Ozon, è nel sostanziarsi della riflessione sull’arte della letteratura che il film prende una piega surreale. Emblematiche le sequenze in cui anche il professore viene rappresentato nel set della casa, invisibile agli inquilini, a significare che sta leggendo i passi di Claude e sta dialogando con l’alunno sulle possibile svolte del racconto: la letteratura diventa il territorio del possibile, sia nel senso che la storia, in fase di creazione, può prendere pieghe diverse, sia nel senso che chi legge ha la possibilità di calarsi in un’infinità di territori che prescindono dalla presenza fisica.

Lo stesso dicasi per il cinema: che, però, non può prescindere dallo sguardo. Ecco, perché, l’esperienza letteraria di Claude, ed indirettamente di Germain, sembra congegnata ad hoc per ambientarsi nella casa del cinema: per scrivere, Claude ha bisogno di vedere, letteralmente di spiare, di fare da voyeur. Molte inquadrature sono soggettive da una porta socchiusa, o dai pilastrini della balaustra di una scala. L’insinuarsi nel territorio della mente passa attraverso la ricognizione degli occhi.

CHE BAMBOLA - Si capisce, allora, come il film abbia questa doppia anima, sospesa tra l’immaterialità del possibile e la materialità del vedere; tra surreale, come confine tra ciò che accade davvero e ciò che Claude immagina di far accadere, e thriller\noir, per il pericolo, anche emotivo, che accompagna le azioni della premiata ditta professore\alunno. Le inquadrature stesse, con voce sovrimpressa, si fanno ambigue, non lasciando intendere se la casa sia l’ambiente materiale di tutti gli accadimenti, oppure alcuni di questi avvengano in una “casa mentale”. Al punto che Esther (Emmanuelle Seigner), madre di Rafa di cui Claude s’innamora più per auto-suggestione letteraria che per inquietudine ormonale, risponde alla dichiarazione d’amore dell’adolescente: “Non è me che ami. È un’immagine”. Tanto è vero che, con sequenze fotocopiate, Ozon sorprende Claude a dire e fare le stesse cose che aveva fatto con Esther, ma stavolta fissando Jeanne (Kristin Scott Thomas), la moglie del Professore: block notes in mano, fissando le gambe un po’ scoperte, sussurrando Esther, o  Jeanne, Jeanne.

Corpi d'ombra, personaggi nei personaggi: con sfumatura ironica, Ozon sottolinea l'invasione dei simulacri mettendo il Professore alle prese con due manichini "gemelli" nella galleria d'arte di Jeanne...

Certo è che, ben amalgamato e crescente tanto in ritmo quanto in complicazione drammatica, Nella casa di Francois Ozon non sceglie la via alla Ruby Sparks, altro bel film recente sui lidi della creazione letteraria, che optava però radicalmente per l’incongruità fantastica. Piuttosto, le sfumature di sofferto grottesco sembrano rimandare a Barton Fink, al punto che il film si chiude in maniera simmetrica ma opposta rispetto al film dei fratelli Coen, con la contemplazione da una panchina di una scena reale che diventa enorme tableau vivant, pronto ad irrigidirsi nella definizione di una nuova storia da scrivere, a diventare cioè più tableau (scritto) che vivant: il contrario del famoso quadro fissato da Fink\Turturro, nel quale, infine, lo scrittore in crisi finisce per ritrovarsi, come nella vita reale. Il concetto – o meglio, l’attraversamento per immagini, è simile: si tratta di muoversi sul crinale, fluido, della visione. Nei Coen la cornice del quadro, in Ozon quella delle finestre: entrambe, in qualche modo, buchi della serratura sulla mente. Il muro che separa la finzione della realtà è perforabile, ha buchi a non finire: Ozon ci s’infila per spiare, e spiando personaggi che spiano personaggi, spia il cinema. 

(le ultime due immagini sono da Barton Fink

Titolo originale: Dans la maison
Regia: François Ozon
Interpreti: Fabrice Luchini, Ernst Umhauer, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Ménochet, Bastien Ughetto, Jean-François Balmer, Yolande Moreau, Catherine Davenier
Origine: Francia, 2012
Distribuzione: Bim
Durata: 105'

Antonio Maiorino
Critico d'arte e di cinema
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