USA, continuano maifestazioni anti-Trump: proteste in venticinque città, almeno cento arresti
Estero Calabria

USA, continuano maifestazioni anti-Trump: proteste in venticinque città, almeno cento arresti

sabato 12 novembre, 2016

USA, 12 NOVEMBRE- Continuano le proteste contro il neo eletto presidente repubblicano Donald Trump, e a nulla servono gli inviti all’unità e coesione del presidente uscente Barack Obama e della sconfitta candidata Hillary Clinton, che ha detto: ”Dobbiamo accettare questo risultato...Donald Trump sarà il nostro presidente. Gli dobbiamo una mentalità aperta ad una chance”.
Ma le manifestazioni sono all’ordine del giorno e ce ne sono in programma già altre per questo fine settimana.[MORE]


Circa venticinque, se non di più, le città che hanno visto scendere in piazza manifestanti contro il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti: a Washington D.C. in molti si sono radunati davanti la Casa Bianca, accendendo candele e intonando canzoni pacifiste; a Des Moines, nello stato dell’Iowa, innumerevoli studenti sono usciti dalle proprie scuole superiori , intorno alle dieci e trenta, per far sentire la loro voce, unanime contro il magnate, ora Presidente.


La degenerazione della sommossa è avvenuta principalmente a Portland (in Oregon), Los Angeles (California) e New York City: a Portland ci sono stati scontri che la polizia ha definito “diffuse azioni criminose e comportamenti pericolosi”, a Los Angeles un consistente numero di arrestati, almeno duecento, a cui è seguito l’appello del sindaco Eric Garcetti, in cui ha consigliato di non occupare autostrade e di non compiere atti vandalici, ma egli stesso ha dovuto ammettere che: “sono state elezioni traumatiche, ci sono molte divisioni”.


A NYC gli agenti si sono visti costretti a impedire che i protestanti arrivassero alla Fifth Avenue, sparando contro di loro proiettili di gomma. Almeno ventinove le persone arrestate, mentre sui media si sono subito diffuse foto di auto distrutte e vetrine frantumate dagli scontri.


Anche sotto la Trump Tower centinaia di manifestanti, dove con gli slogan di “NOT MY PRESIDENT” o di motivetti come:” Hey Hey Ho Ho Donald Trump has to go” sono state bruciate effigi rappresentanti il neo eletto Presidente. Aumentate le misure di sicurezza sotto l’imponente edificio dove ancora risiede Trump e la sua famiglia, con il divieto di volare sulla torre, camion anti-bomba contenenti sabbia e agenti anti-sommossa pronti ad intervenire.


E Trump denuncia su Twitter: “Abbiamo appena avuto delle elezioni presidenziali corrette e aperte. E ora dei contestatori di professione, incitati dai media, protestano. È scorretto.”
Qualche ora dopo ritorna su twitter, cambiando punto di vista:” Ci uniremo tutti e ne saremo orgogliosi. Amo il fatto - che i piccoli gruppi di manifestanti la scorsa notte abbiano mostrato passione per il nostro grande Paese".


Ma questi “piccoli manifestanti” non hanno intenzione di fermarsi, come fa sapere Kaila Philo, una studentessa ventunenne che, al Baltimore Sun, ha dichiarato: “ Stiamo solo facendo vedere quello che accadrà nei prossimi quattro anni. Saranno quattro anni di resistenza.” La ragazza ha anche creato una pagina Facebook per riunire sul social più gente possibile.


Inoltre nella Grande Mela sta prendendo piede sempre più velocemente (in ventiquattro ore più di tremila) l’iniziativa di affiggere sui muri della metro di Union Square post-it colorati in cui chiunque può esprimere il proprio pensiero sul nuovo presidente. L’idea “terapia della metro” è nata da Matthew Chavez, che ha invitato i passanti a scrivere la loro opinione, generando così una popolarità inaspettata, in cui i sentimenti che prevaricano sono la delusione, la rabbia e soprattutto la preoccupazione.


Sentimenti che nascono anche per i punti del “contratto di Donald Trump con l’elettore americano” da realizzare nei primi cento giorni di governo, tra cui il ritiro dall’accordo commerciale Nafta tra USA- Canada-Messico, la rinuncia all’accordo transpacifico, e dare il mandato al segretario al Tesoro in cui affibbi alla Cina il titolo di manipolatore valutario.
E ancora, deportare gli oltre due milioni di immigrati illegali criminali dal Paese e cancellare i visti con gli altri Paesi che non se li riprendono indietro.


Per addurre ulteriori motivi alla poca credibilità e coerenza di Trump, la scelta conflittuale di porre nel suo team lobbisti e consulenti aziendali, dopo una dichiarata politica contro la corruzione e la collusione con le lobby. Il New York Times ha riportato alcuni esempi: Jeffrey Eisenach, ex impiegato consulente per Verizon e altri delle TLC, ora è a capo della squadra che aiuta a selezionare i membri per la prossima commissione federale delle comunicazioni; Michael Catanzaro, lobbista che ha avuto clienti come Devon Energy ed Encana Oil and Gas, è ora nell’amministrazione delle finanze per l’indipendenza energetica.


Ancora, Michael Torrey, lobbista dirigente un’azienda che ha guadagnato e continua a guadagnare milioni di dollari con player dell’industria alimentare come American Beverage Association e Dean Foods, contribuisce a creare la squadra del dipartimento dell’agricoltura.


Anche dall’Europa segnali negativi: “Con lui perderemo due anni, il tempo che faccia il giro del mondo che non conosce. Rischi di vedere gli equilibri intercontinentali disturbati su fondamentali e struttura.” Ha detto il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker.

(foto da Giornale del Popolo)
 

Eleonora Ranelli
 


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