XXIV Domenica del Tempo Ordinario.  la missione di Cristo e del discepolo
Parola e Fede Calabria

XXIV Domenica del Tempo Ordinario. la missione di Cristo e del discepolo

sabato 12 settembre, 2015

 Vangelo della Domenica
In quel tempo, Gesù partì con i suoi discepoli verso i villaggi intorno a Cesarèa di Filippo, e per la strada interrogava i suoi discepoli dicendo: «La gente, chi dice che io sia?». Ed essi gli risposero: «Giovanni il Battista; altri dicono Elìa e altri uno dei profeti».
Ed egli domandava loro: «Ma voi, chi dite che io sia?». Pietro gli rispose: «Tu sei il Cristo». E ordinò loro severamente di non parlare di lui ad alcuno.
E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere.
Faceva questo discorso apertamente. Pietro lo prese in disparte e si mise a rimproverarlo. Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va' dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini».
Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: «Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà».[MORE]


Breve pensiero spirituale
Un principio base nel Vangelo di Oggi? Cosa la gente conosce di Cristo? Cosa la gente sa della Chiesa? Cosa la gente sa di un prete? Sono conoscendo l’identità di una persona, di un’istituzione, si può vivere a pieno una missione. Questo è il problema attuale di Pietro. Lui sa che Gesù è il Cristo. Lo confessa, lo dice. Non sa però qual è la missione di Cristo. Per lui il Messia del Signore è il re glorioso, vittorioso, dal regno eterno. Questa è solo una profezia. Ma il Dio dei Padri non ha dato una sola profezia, ve ne sono tante e tante altre. Se vogliamo sapere chi è il Cristo di Dio, dobbiamo unire, mettere insieme tutte le profezie che lo riguardano. Una sola profezia dice solo una verità, ma non è la verità. La verità di Cristo è data da tutte le profezie, nessuna esclusa. Ora la maggior parte di esse vede il Servo del Signore nelle vesti del Giusto perseguitato, del Servo sofferente al posto nostro, del Servo che volontariamente si consegna agli insulti e agli sputi. Gesù nella sua vita ha unito e dato compimento a tutte le profezie. Prima di rendere lo spirito al Padre suo, lo ha affermato Lui stesso da Crocifisso: “Tutto è compiuto”.
Pietro non solo non ha unito tutte le profezie, non vuole che Gesù le unisca e le compia. Non vuole che Lui vada a Gerusalemme per essere messo a morte. Non vuole questo e tenta Gesù perché ne viva una soltanto, quella del Secondo Libro di Samuele, fatta da Dio a Davide, al quale viene promesso un regno eterno alla sua discendenza. Gesù è duro con Pietro. Lo chiama Satana. Gli dice di prendere il suo posto di discepolo. Maestro è uno solo: Gesù. Non si può essere suoi discepoli se non ascoltando ogni sua Parola e prestando ad essa la stessa fede che si presta alla Parola di Dio. È solo uno il vero problema del cristiano, di ogni cristiano: se è maestro di Cristo, oppure suo discepolo. Se è il cristiano a sostituirsi a Cristo, facendo i suoi pensieri, pensieri di Cristo, non si è cristiani. Cristiani si comincia ad essere solo quando la Parola di Cristo è la sola Parola di vita eterna per noi, crediamo in essa e la viviamo.
Se semplicemente tutti i battezzati abbandonassero i loro pensieri, le loro tradizioni, i loro maestri, capostipiti, pionieri, tracciatori di nuove vie e per un solo istante si relazionassero con la Parola di Cristo Gesù, letta e compresa nello Spirito Santo di Cristo, di certo vi sarebbe nel mondo una rivoluzione religiosa di portata planetaria. Invece ognuno si è fatto maestro di Cristo Gesù, del Vangelo, della sacra scienza, dello Spirito Santo, lacerando e squartando il Corpo di Cristo, in favore di una costruzioni di molteplici corpi che non danno salvezza, perché non sono il Corpo di Gesù. Per essere veri cristiani occorre la grande virtù dell’umiltà per confessare: il mio pensiero non vale nulla. Vale solo il pensiero di Gesù Signore. La mia fede non può essere negli uomini, ma nel Figlio dell’uomo. Finché non avremo questa umiltà, che spesso esige anche il rinnegamento di ogni maestro umano, Cristo sarà per uno sconosciuto.

Ciò che vale per Pietro – sii sempre discepolo e mai maestro – vale per ognuno che ha in mente di seguire Cristo Signore. Costui dovrà essere sempre discepolo. Come sarà sempre discepolo? Rinnegando i suoi pensieri, se stesso, camminando dietro Gesù, portando la sua croce del quotidiano rinnegamento. È chiaro che se bisogna rinnegare i propri pensieri, molto di più si devono rinnegare i pensieri degli altri, siano essi dottori, maestri, teologici, pionieri, tracciatori di nuove vie, asceti, mistici, costruttori di cordate, ma anche operatori di scismi e eresie. Se devo rinnegare me stesso, tanto più devo rinnegare studi, opinioni, teorie, sistemi di pensiero, filosofie, scienze, tecniche, ogni frutto della mente dell’uomo che è in qualche contrasto con il Pensiero di Gesù Signore. Anche amici, colleghi, compagni di ricerca, studiosi di alta scuola. Dinanzi a Gesù esiste solo Gesù, solo la sua Parola, solo il suo Pensiero, solo la sua Luce, solo la sua Verità, solo la sua Croce, solo la sua Risurrezione. Qualsiasi cosa distrae lo sguardo da Gesù, deve essere rinnegato, abbandonato, espulso dal cuore e dalla mente. Gesù è divinamente chiaro. Anche la propria vita, la propria gloria, il proprio prestigio personale si deve rinnegare per seguire Lui. La sua offerta è esclusiva: tutto per il tutto. Lui si dona Tutto solo a chi gli dona tutto di sé. Mezze misure da Lui non sono conosciute. Lui è il Crocifisso.

 

Don Francesco Cristofaro
 


Autore
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