Calabria. Bruciato vivo in auto: vittima in un agguato con l'inganno
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Calabria. Bruciato vivo in auto: vittima in un agguato con l'inganno

lunedì 3 febbraio, 2020

ROCCELLA JONICA (RC), 3 FEB - Sono Susanna Brescia, di 42 anni, con precedenti, Francesco Sfara, di 22, figlio di un precedente matrimonio della donna e Giuseppe Menniti, di 41, con precedenti di polizia e legato alla Brescia da una relazione sentimentale, le tre persone arrestate per l'omicidio di Vincenzo Cordì, l'uomo ucciso e bruciato,

secondo gli investigatori, quando era ancora vivo nella notte tra il 12 e il 13 novembre 2019 in località Scialata di San Giovanni di Gerace, nella Locride. I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno accertato che nella tarda serata dell'11 novembre 2019 Susanna Brescia, con l'inganno, ha dapprima condotto Vincenzo Cordì in una località appartata e successivamente, con il concorso del figlio e dell'amante lo ha tramortito, cosparso di benzina e gli ha dato fuoco all'interno della propria autovettura.

Aggiornamento
Avrebbe tentato di spingere le indagini degli inquirenti sull'ipotesi del suicidio del marito, Susanna Brescia la donna arrestata dai carabinieri perché ritenuta colpevole, assieme al figlio avuto da un precedente matrimonio e all'amante Giuseppe Menniti, dell'omicidio del coniuge Vincenzo Cordì trovato carbonizzato all'interno di un'auto, in novembre, nel territorio del comune di San Giovanni di Gerace, nella locride.

La donna, al fine di depistare le indagini, secondo quanto emerso dalla indagini dei carabinieri della Compagnia di Roccella Jonica, coordinate dalla Procura di Locri, ha cercato di far credere agli inquirenti che il compagno avesse deciso di togliersi la vita a causa di un periodo di forte depressione che stava attraversando


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