Docente allontanata dalla scuola perché lesbica: interviene il ministro Giannini
Cronaca Trentino Alto Adige

Docente allontanata dalla scuola perché lesbica: interviene il ministro Giannini

lunedì 21 luglio, 2014

TRENTO, 21 LUGLIO 2014 - E' diventato di rilevanza nazionale il caso dell'insegnante dell'Istituto privato Sacro Cuore di Trento, allontanata dalla scuola dove ha insegnato per anni perché sospettata di tendenze omosessuali.

Il Ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, è infatti intervenuto dichiarando di voler fare il possibile per risolvere questa situazione facendo le dovute valutazioni: "Il Miur valuterà il caso di Trento con la massima rapidità e con un confronto chiaro e doveroso con le parti coinvolte. In queste ore sto raccogliendo gli elementi utili a comprenderne tutti gli aspetti. Laddove ci trovassimo di fronte ad un caso legato ad una discriminazione di tipo sessuale agiremo con la dovuta severità".

L'insegnante avrebbe subìto, come denunciano le associazioni Arcilesbica nazionale, Agedo nazionale, Equality Italia e Famiglie arcobaleno ed il comitato Tsipras di Trento alle quali la donna si è rivolta, minacce da parte della direzione dell'sitituti scolastico cattolico Sacro Cuore che l'avrebbe invitata a smentire o confermare le voci riguardo il proprio orientamento sessuale ed a seguire anche un percorso di "riabilitazione", pena il mancato rinnovo del contratto per il prossimo anno.

La docente ha risposto a tale richiesta di smentita o conferma con queste parole: "Credo che mi fosse semplicemente richiesta una smentita in quel momento, ma io ho risposto che non era il caso e che non avrei detto assolutamente nulla sul mio orientamento sessuale. Perché ovviamente il problema non è se io sono o non sono lesbica ma il fatto che mi venga chiesto e che da questo fatto privato dipenda il rinnovo di un contratto di lavoro".

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Sono state le stesse associazioni che difendono i diritti dei gay ad appellarsi all'articolo 3 della Costituzione Italiana che tutela le differenze di sesso, età, religione, razza, lingua ed opinioni politiche e sociali, ed a chiedere l'intervento del ministro Giannini affermando: "Le nostre associazioni assicurano del proprio sostegno la vittima odierna dell'imbecillità e dell'odio omofobico e richiamano l'attenzione sul fatto che la scuola protagonista dell'episodio di discriminazione sia peraltro finanziata con fondi pubblici. Chiediamo al ministro Giannini di intervenire per restituire all'insegnante offesa la sua dignità di persona [...] In una Repubblica democratica 'fondata sul lavoro', non rinnovare l'incarico a una persona per la sua presunta omosessualità rappresenta l'equivalente simbolico - affermano le associazioni - di un'esecuzione dopo processo sommario e stupro. Questo è richiedere di intraprendere un 'percorso riparativo' ad una lesbica, vera o presunta, con il ricatto occupazionale, dal momento che le terapie riparative sono prive di fondamento scientifico".

La madre superiora dell'Istituto Sacro Cuore si è difesa dichiarando alla rubrica "La 27a ora" del Corriere della Sera: "Le ho detto che ho sentito queste voci e che speravo fossero solo voci, perché devo tutelare l’ambiente scolastico. Dovendo scegliere un insegnante per una scuola cattolica, devo fare anche valutazioni dal punto di vista etico morale. Qui ci sono mille studenti. Il problema sussiste, la scuola cattolica ha una sua caratteristica e un insieme di aspetti educativi e orientativi: a noi sembra di doverla difendere a tutti i costi".

A far scoppiare la bufera anche il finanziamento pubblico di una scuola paritaria. Per questo motivo le associazioni si sono rivolti anche al presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, che ha anche delega all'istruzione, chiedendo pubbliche scuse all'insegnante discriminata. Ma si è chiamato fuori affermando: "Se mi arrivasse una segnalazione la approfondirei, ma al momento ho appreso la questione solo dai giornali".

L’assessora provinciale alle pari opportunità Sara Ferrari, invece, ha commentato: "L’ordinamento italiano vieta licenziamenti discriminatori basati sull’orientamento sessuale del lavoratore. Se il mancato rinnovo, come sostenuto dall’insegnante, fosse basato su un orientamento che attiene a una sfera personalissima, sarebbe grave".

Valentina D'Andrea


Autore
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