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GAZA, 21 NOVEMBRE 2012 – Centotrentanove morti, più di mille feriti, militanti in moto che trascinano per le strade il corpo senza vita di un uomo sospettato di essere una spia e una tregua agognata come non mai che fa fatica ad arrivare.
Si è svegliata così Gaza questa mattina, sotto gli occhi di un mondo sempre più attonito che non sa più dove guardare per assistere allo spettacolo dell’orrore: c’è un Medio-Oriente che preoccupa e spaventa, con la Siria che vede ogni giorno cadere i suoi cittadini come foglie secche in autunno; c’è un Congo in rivolta, dove la situazione è precipitata ad una velocità disarmante; e poi c’è Gaza, quella striscia di terra contesa da tutti e che non è nemmeno riconosciuta come stato sovrano, dove da giorni la terra piange sangue e il cielo fa piovere missili.[MORE]
Serve una tregua in questo lembo di terra che si sta tingendo di rosso, eppure il tanto agognato cessate il fuoco tarda ad arrivare: l’operazione Colonna di Nuvola approda oggi all’ottavo giorno e la città di Gaza ha aperto gli occhi dopo un’intera notte di bombardamenti incessanti, mentre il Segretario di Stato Americano Hillary Clinton pretende che la tregua venga assicurata con garanzie d’acciaio.
Hamas accusa Israele di essere responsabile della mancata riuscita degli accordi, Israele pretende invece un garante per una tregua a lungo termine, probabilmente individuato nell'Egitto del nuovo Presidente Mohamed Morsi.
Si discute ancora, allora, sui tanto attesi accordi, che faranno cessare non solo i raid aerei di Israele sulla Striscia di Gaza ma anche il regolare lancio da parte di Hamas di missili sullo stato israelita.
E, mentre si discute, la gente a Gaza continua a morire.
(fonte www.ilmessaggero.it)
(foto www.tg3.rai.it)
Elisa Lepone
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