"La bellezza e la ruggine" - Alessio Deli tra sacralità e avanguardia
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"La bellezza e la ruggine" - Alessio Deli tra sacralità e avanguardia

lunedì 21 novembre, 2016

ROMA, 21 NOVEMBRE 2016 – Al rapporto fra arte e sentimento del sacro è dedicata La bellezza e la ruggine, mostra di Alessio Deli, in corso nella capitale presso la Sala Santa Rita e in visione fino al prossimo 26 novembre nell’ambito della V edizione dell’Autunno Contemporaneo.[MORE]

L’identità architettonica barocca dello spazio espositivo fa da cornice all’incontro fra diversi canoni e linguaggi, uno scenario suggestivo per “recuperare” nuove visioni secondo le intenzioni dell’artista che ha firmato un’installazione site specific sul filo della nostalgia. Un ciclo inedito di sculture, metallo arrugginito e tutto il repertorio di materiali di recupero a cui Deli (classe 1981) ci ha abituati, per riflettere magari sul «passaggio del tempo – ha osservato il curatore Lorenzo Canova –, lo splendore e la rovina del mondo, mettendo in evidenza il disastro ambientale fatto di scorie e di rifiuti, ma lasciando aperta la strada a una possibilità di rinnovamento». Come «presenze solenni e leggere», annota il curatore, le sue misteriose dame sembrano interrogarci da mondi lontani: «le opere di Deli si trasformano così in una vera e propria sublimazione della materia brutale del mondo, degli scarti della civiltà postindustriale e delle cose neglette, consumate dal tempo e dall’uso, abbandonate ai margini delle nostre città, in un’azione di redenzione sacrale degli oggetti scartati, che vengono riscattati dalla loro condizione di inutilità, per trasformarsi negli abiti sontuosi di figure metaforiche che portano con sé allusioni enigmatiche».

Alessio Deli è stato intervistato per InfoOggi

Le tematiche di natura figurativa sono da sempre al centro della sua attività di ricerca. Esiste un filo conduttore con il tema del sacro e della sacralità su cui indaga questa mostra?
Attraverso l’arte cerco di esprimere emozioni e tensioni che animano l’essere umano. Una sintesi psicologica e spirituale che il soggetto ritratto esprime, ma anche il desiderio di trasmettere un messaggio di riflessione, comunque di vita e di speranza.

Com’è nata l’idea dell’installazione qui proposta?
Da tempo stavo lavorando ad un gruppo di sculture, idealmente ispirate alla plastica pre-rinascimentale toscana ma fisicamente costruite con materiali moderni. L’incontro con i suggestivi spazi barocchi della Sala Santa Rita mi ha donato uno stimolo molto forte per il concepimento e l’ideazione di un site specific.

Ha realizzato da poco anche un’altra opera – non in mostra – Mediterraneo 2.0, La Barca dei Migranti. Un titolo che rimanda inevitabilmente all’attualità, di cosa si tratta?
All’interno di una grande barca si agita un gruppo scultoreo di quindici frammenti di torsi umani. Il torso è la raffigurazione dell’umano e dell’antico, nella sua archetipica potenza esprime il sentimento della nostra cultura e della nostra civiltà mediterranea. La barca è il simbolo per eccellenza dei navigatori, dei viaggiatori, e in un certo qual modo della libertà, ma in questo caso la sua funzione si riduce a quella di contenitore di corpi-statua. Tecnicamente l’opera misura 480 x 320 x 160 cm ed è realizzata mediante l’assemblaggio di più materiali plastici quali il gesso, il legno, la vetroresina e altri di recupero. Un monumento funebre alla nostra cultura, un omaggio a chi perde la vita in mare.

Codici classici e soprattutto la passione per il riciclo, l’utilizzo di materiali di recupero, accompagnano fin dagli esordi la sua produzione artistica. C’è un disegno preciso in questa scelta?
Da circa dieci anni conduco una ricerca sul recupero e il riciclo dei materiali cosiddetti poveri e destinati a discarica, riadattati e plasmati su soggetti di natura figurativa. Questo tipo di approccio nei confronti della materia caratterizza quasi tutta la mia ultima produzione artistica e sinceramente non saprei dirle se dietro c’è un disegno preciso. Posso però dire con certezza che attraverso questo linguaggio, in costante evoluzione e sempre più riconoscibile, ho potuto fondere un messaggio culturale di grande attualità con un’immagine visiva altrettanto espressiva e caratterizzante.

Artisti guida?
Desiderio da Settignano, Francesco Laurana, Donatello, Bernini, Medardo Rosso, Picasso, Giacometti, Henry Moore…

Anticipazioni?
Nessuna anticipazione… al momento cerco di godere del contatto con il pubblico.


Domenico Carelli

(Immagini courtesy Alessio Deli)


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