La croce: segno visibile
Parola e Fede Calabria

La croce: segno visibile

venerdì 31 gennaio, 2014

Oggi don Francesco Cristofaro risponde alla mail di Mariella da Pisa.

D. Un giorno sono stata attaccata perché porto una catenina con un piccolo crocifisso al collo e la coroncina al dito. Mi hanno accusata di considerare questi che per me sono segni come degli oggetti scaramantici. Come rispondere a chi pensa questo? Grazie mille. Mariella da Pisa.


R. Cara Mariella, il tuo quesito trova risposta partendo da un’altra domanda: perché? Mi spiego meglio: Perché si porta la croce al collo? È vero, qualcuno potrebbe seguire la moda del momento, qualche altro, la potrebbe usare come amuleto, ma tante persone come te la usano come segno distintivo della fede che professano. Ed è questa la chiave della risposta al tuo problema: la fede necessita anche di segni esterni, visibili. Escludere la visibilità dalla fede, è ucciderla. Forse, spesso si dimentica che tutti i cristiani portiamo visibile la croce di Gesù fin dal giorno del nostro Battesimo, quando il sacerdote accogliendo il fanciullo dice: “In suo nome io ti segno con il segno della croce”. Questo segno resterà visibile per sempre, per tutta la vita. Tutto ciò che lui dirà o farà saranno parole e azioni dette e fatte da un cristiano appartenente a Cristo. Anche se non la portasse appesa al collo la croce, il cristiano ce l’ha impressa nella sua carne ed è sempre e per sempre visibile.[MORE]
Oggi, però noi viviamo un problema di fondo: la croce diventa per molti un segno molto scomodo perché interpella la coscienza e invita a dare una svolta seria alla propria vita. La croce è amore e invita all’amore: “Amatevi gli uni gli altri da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13,31-35). La croce è perdono: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34). La croce è pazienza e perseveranza: “Chi vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mt 16,24). La croce è obbedienza alla volontà del Padre: “Mio cibo è fare la volontà di Colui che mi ha mandato” (Gv 4,34).
Quando all’uomo non convertito che vuole camminare per la sua strada e per il suo “falso vangelo” gli mostri il simbolo della salvezza che gli ricorda la necessità di ritornare nella verità e nella moralità della vita, non lo accetta e non accettandolo dovrà trovare una motivazione che screditi colui che con il segno vuole rendere visibile la sua fede e accrediti lui che vuole essere libero di percorrere ogni strada lecita o illecita, giusta o sbagliata.

Cara Mariella, se per te la croce è ricordo di tutto ciò che ho detto sopra e, soprattutto, desiderio di vivere secondo quelle parole, non temere di mostrare la tua fede anche con il segno, come anche non esitare ad essere testimone credibile di Gesù.


Don Francesco Cristofaro.


Si ricorda che ognuno può porre i propri dubbi, i propri interrogativi scrivendo al seguente indirizzo di posta elettronica [email protected] . Si cercherà di fornire a tutti una risposta.
 


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