La festa della Divina Misericordia
Chiesa e Società Lazio

La festa della Divina Misericordia

venerdì 21 aprile, 2017

 Il 30 aprile 2000, Papa Giovanni Paolo II, durante la cerimonia di canonizzazione della Suora polacca Faustina Kowalska, ha proclamato che la prima domenica dopo Pasqua sarebbe stata celebrata anche come la “Festa della Divina Misericordia”.[MORE]


L’istituzione della “Festa della Divina Misericordia” trae origine dalla visione di Gesù che Santa Faustina ebbe il 22 febbraio 1931 nel Convento di Plock. L’apparizione è descritta dettagliatamente nel diario segreto della mistica polacca, trovato dopo la sua morte, nel quale è riportato che Gesù, vestito di una bianca veste, si rivolse a lei con queste parole: “Desidero che vi sia una Festa della Misericordia. Voglio che l’immagine che dipingerai con il pennello venga solennemente benedetta nella prima domenica dopo Pasqua: questa domenica deve essere la Festa della Misericordia”.


Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: "Figlia mia, dì che sono l'Amore e la Misericordia in persona", chiederà Gesù a Suor Faustina (Diario, 374). Questa misericordia Cristo effonde sull'umanità mediante l'invio dello Spirito.

Cosi diceva: Giovanni Paolo II nell’omelia pronunciata Domenica 30 Aprile, in occasione della Canonizzazione di Suo Faustina: “Che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come sarà l'avvenire dell'uomo sulla terra? A noi non è dato di saperlo. E' certo tuttavia che accanto a nuovi progressi non mancheranno, purtroppo, esperienze dolorose. Ma la luce della divina misericordia, che il Signore ha voluto quasi riconsegnare al mondo attraverso il carisma di suor Faustina, illuminerà il cammino degli uomini del terzo millennio”. A distanza di 17 anni, sappiamo bene dove è andato a finire l’uomo, la società, la politica. Sappiamo bene quale direzione abbiano preso. C’è un’umanità che si è completamente sganciata dal cuore di Cristo creando conseguenze catastrofiche in ogni ambito, in ogni settore.


Ma quel messaggio di Gesù alla suora polacca risuona ancora forte: “Con la mia misericordia inseguo i peccatori su tutte le loro strade e il mio cuore gioisce quando essi ritornano da me” (Diario). E ancora: “Di ai peccatori che li attendo sempre. Sto in ascolto del battito del loro cuore per sapere quando batterà per me”. (Diario)


Guardiamoci un po’ in giro: che forse oggi c’è misericordia nel mondo? Per una misericordia fasulla si dice di amare l’altro ma lo si uccide firmando leggi di morte. Per un amore fasullo si dice che tutto è lecito e tutto è possibile anche quando Dio da sempre ha dichiarato abominio il nostro lecito e il nostro possibile. Giorni fa sol per aver detto a un ragazzo che non è lecito a due uomini o due donne “fabbricare” un figlio, o comprarlo da un utero in affitto, mi ha definito un retrograde del 400. E io naturalmente l’ho corretto dicendogli: “sei stato troppo buono con me ma ti devo correggere: sono un retrograde degli anni 30 d.C”, perché Cristo pensa così. Chi interpella oggi Cristo e il Vangelo in ogni scelta che prende? Alcuni “traguardi” vengono oggi definiti “leggi di civiltà”. C’è da pensare molto se lo siano realmente.


Oggi il fratello continua a non riconoscere più il fratello e si uccide con assurda facilità. Si volta le spalle dinanzi al bisogno. Si è indifferenti nelle tragedie, nella morte. Stiamo sempre più diventando delle fredde macchine. E forse lo siamo già.

Allora, in questo giorno di grazia, nel giorno della festa della Divina Misericordia dobbiamo chiedere al Signore un grande dono. Chiediamo un cuore nuovo. Un cuore capace di amare. Un cuore capace di essere misericordiosi. Lo stesso cuore di Cristo.


Suor Faustina Kowalska ha lasciato scritto nel suo Diario: "Provo un dolore tremendo, quando osservo le sofferenze del prossimo. Tutti i dolori del prossimo si ripercuotono nel mio cuore; porto nel mio cuore le loro angosce, in modo tale che mi annientano anche fisicamente. Desidererei che tutti i dolori ricadessero su di me, per portare sollievo al prossimo" (Diario, p. 365). Ecco a quale punto di condivisione conduce l'amore quando è misurato sull'amore di Dio!


E' a questo amore che l'umanità di oggi deve ispirarsi per affrontare la crisi di senso, le sfide dei più diversi bisogni, soprattutto l'esigenza di salvaguardare la dignità di ciascuna persona umana. Il messaggio della divina misericordia è così, implicitamente, anche un messaggio sul valore di ogni uomo. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato la sua vita, a tutti il Padre fa dono del suo Spirito e offre l'accesso alla sua intimità.


Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura o schiacciato dal peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano, riscaldano, indicano il cammino e infondono speranza. Quante anime ha già consolato l'invocazione "Gesù, confido in Te", che la Provvidenza ha suggerito attraverso Suor Faustina! Questo semplice atto di abbandono a Gesù squarcia le nubi più dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno.


Concludo come concluse quel 30 Aprile del 2000 lo stesso Giovanni Paolo II: “E tu, Faustina, dono di Dio al nostro tempo, dono della terra di Polonia a tutta la Chiesa, ottienici di percepire la profondità della divina misericordia, aiutaci a farne esperienza viva e a testimoniarla ai fratelli. Il tuo messaggio di luce e di speranza si diffonda in tutto il mondo, spinga alla conversione i peccatori, sopisca le rivalità e gli odi, apra gli uomini e le nazioni alla pratica della fraternità. Noi oggi, fissando lo sguardo con te sul volto di Cristo risorto, facciamo nostra la tua preghiera di fiducioso abbandono e diciamo con ferma speranza: Gesù, confido in Te!”.

In questo giorno di grazia la Chiesa concede ai suoi figli il dono di lucrare le indulgenze plenarie con la totale remissione della colpa e della pena per i propri peccati.


Don Francesco Cristofaro


Autore
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