La 'teoria della sfortuna' riferita all'avvento di tumori viene ribaltata da un recente studio
Salute Lazio

La 'teoria della sfortuna' riferita all'avvento di tumori viene ribaltata da un recente studio

venerdì 18 dicembre, 2015

 LONDRA, 18 DICEMBRE 2015 - Stando ad uno studio condotto dalla Stony Brook University di New York, pubblicato dalla rivista Nature, la maggior parte dei casi di cancro sarebbe riconducibile a fattori esterni evitabili, come sostanze tossiche, radiazioni o uno stile di vita scorretto.[MORE]

Le probabilità di ammalarsi o meno, quindi, non sarebbero riconducibili alla mera sfortuna. Inoltre, secondo gli esperti le differenze nei processi cellulari non sono la ragione principale per cui alcuni tessuti diventano cancerosi più frequentemente di altri. Conclusioni alle quali Yusuf Hannun, ricercatore presso la suddetta università, è giunto analizzando gli effetti dei fattori esterni sul tasso di divisione cellulare. Con il suo team, ha esaminato l’impatto dei fattori ambientali sul rischio di cancro e attestato che le persone che migrano da regioni con basso rischio ad altre con rischio maggiore sviluppano rapidamente tassi analoghi al nuovo ambiente. Uno dei fattori che gioca un ruolo cruciale nell’aumento di rischio di cancro sarebbe ad esempio la luce ultravioletta. Analizzando poi modelli matematici sull'incidenza della malattia, il team di ricerca ha stabilito che l'esposizione a sostanze cancerogene o altri fattori ambientali è legata allo scatenarsi della malattia. Non basterebbe, cioè, la divisione cellulare come sostenuto dal precedente studio. In definitiva, secondo la ricerca, il 70-90% dei casi di tumore è collegato a fattori esterni evitabili, mentre solo nel 10-30% è dovuto al naturale funzionamento del corpo o alla fortuna.

“I fattori ambientali hanno un ruolo importante e le persone non possono nascondersi dietro la sfortuna. Non possono fumare e poi dire che si sono ammalati per sfortuna - ha spiegato Hannun - . E' come giocare alla roulette russa, c'è sempre una pallottola in canna che può ucciderci. Un fumatore mette altre due o tre pallottole nel revolver. Poi preme il grilletto. C'è un elemento casuale, dato che non tutti i fumatori sviluppano un cancro, ma le probabilità sono a loro sfavore". Ma, avverte il medico, "resta un problema, dato che non tutti i rischi estrinseci sono stati identificati e non tutti potrebbero essere evitabili".
Diversi specialisti hanno accreditato le conclusioni della ricerca, perché ricorda quanto sia importante la prevenzione. "Non fumando, il rischio diadenocarcinoma nel corso della vita precipita fortemente. Il fatto che il rischio di sarcoma pelvico sia ancora più basso perché c'è meno divisione cellulare... e quindi?", ha detto a Nature Edward Giovannucci, studioso di prevenzione del cancro alla Harvard T. H. Chan School of Public Health in Boston, Massachusetts.

 

Luna Isabella

(foto da infooggi)

 


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https://www.infooggi.it - Il Diritto Di Sapere

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