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Migranti, resta ancora in mare la Sea Watch

Paolo Fernandes
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Migranti, resta ancora in mare la Sea Watch
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ROMA, 25 GENNAIO – Continua la ricerca di un porto sicuro per la nave Sea Watch, attualmente ancorata in acque territoriali italiane ad un miglio dalla costa di Siracusa. A comunicare l’attuale posizione dell’imbarcazione è stata la stessa Guardia Costiera, la quale ha inoltre spiegato come il maltempo abbia spinto le autorità italiane a consentirne l’avvicinamento , al fine di garantire l’incolumità dei 47 migranti ancora a bordo.

A più di una settimana dalla sua partenza, dopo l’ennesimo rifiuto arrivato dal governo, la nave resta quindi in mare. Nelle ultime ore il Sindaco di Lampedusa aveva offerto un approdo per la notte, visto il peggioramento delle condizioni meteo. Un gesto, questo, accolto “con gratitudine” dall’equipaggio della ONG, che tuttavia ha sottolineato come le autorità competenti abbiano reiteratamente negato il permesso ad entrare in porto.

Per il governo, infatti, la destinazione ultima dell’imbarcazione deve essere Marsiglia, secondo una logica di equa ripartizione degli sbarchi tra tutti i Paesi del Mediterraneo. Lo ha affermato il ministro degli Interni Salvini, e lo ha ripetuto nella giornata di oggi Luigi di Maio.

Il vicepresidente del Consiglio ha poi aggiunto che l’Italia è pronta ad offrire assistenza medica e sanitaria alle persone a bordo, ribadendo però il diniego allo sbarco.

Il leader pentastellato ha inoltre annunciato che il governo convocherà l’ambasciatore olandese alla Farnesina, per ottenere informazioni sulle intenzioni dei Paesi Bassi. La nave, infatti, batte proprio bandiera olandese.

La Sea Watch è una organizzazione umanitaria, da anni impegnata nell’attività di ricerca e salvataggio di migranti nel Mediterraneo centrale. Dopo il recente giro di vite sugli sbarchi, disposto dal precedente ministro degli Interni Minniti e proseguito con Salvini, è rimasta una delle poche ONG ancora operative nelle acque del canale di Sicilia.

Paolo Fernandes

Foto: tpi.it


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Scritto da Paolo Fernandes

Giornalista di InfoOggi

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